Coronavirus, l’allarme ai questori: aziende ferme e stipendi ridotti, così la mafia può reclutare imprenditori e dipendenti

Il timore della Polizia è che la mafia possa sfruttare il momento di crisi e di poca liquidità tra imprenditori per fare nuove reclute, anche nella politica e nel settore pubblico da dove “pioveranno” finanziamenti per far ripartire l’economia

La pandemia di Coronavirus lascia a casa oltre 7 milioni di lavoratori italiani, blocca poco meno della metà delle attività produttive nel nostro paese, ma non ferma la mafia. Lo dice la cronaca sparsa di questi giorni, come l’arresto a Reggio Calabria di un 25enne e figlio del leader della famiglia di ‘Ndrangheta Molè per traffico di droga. Lo dicono anche, come racconta Repubblica, il capo della polizia Franco Gabrielli e il direttore dell’Anticrimine Francesco Messina in una nota inviata a tutti i questori d’Italia.


Finanziamenti illeciti

Il rischio illustrato nella circolare della polizia è che la criminalità organizzata possa sfruttare questo momento di difficoltà economica e di bassa liquidità tra gli imprenditori in crisi praticando l’usura, elargendo finanziamenti illeciti e insediandosi nelle loro attività. Massima allerta per i settori della filiera agro-alimentare, delle infrastrutture sanitarie (compresi gli approvvigionamenti di materiale medico), ma anche il comparto della ristorazione, il settore alberghiero e la distruzione al dettaglio della piccola e media impresa.


Sequestro di droga

Nonostante l’emergenza per il #Coronavirus, continua l’attività d'indagine su trafficanti e spacciatori di droga, che non interrompono mai i loro traffici illeciti. Gli investigatori della Squadra mobile di Reggio Calabria, in collaborazione con gli agenti del commissariato di Gioia Tauro, hanno arrestato per detenzione illecita di sostanze stupefacenti, un 25enne, figlio del leader della famiglia di ‘Ndrangheta Molè, attualmente in carcere a scontare l’ergastolo.In un capannone e nel terreno vicino, gli agenti hanno trovato e sequestrato più di mezza tonnellata di cocaina suddivisa in 590 panetti; nell'appartamento dell'arrestato invece sono stati sequestrati quasi 26 chili di marijuana. #essercisempreLeggi l'articolo: https://www.poliziadistato.it/articolo/165e7f1e25d0882075916900

Gepostet von Polizia di Stato am Samstag, 28. März 2020

Reclutamento di funzionari e politici

Ma l’allarme riguarda anche il settore pubblico, soprattutto in vista della grande quantità di finanziamenti pubblici che accompagnerà la stagione della ricostruzione post-COVID. Finanziamenti che inevitabilmente ingolosiranno la criminalità organizzata e che potrebbe portare al reclutamento di funzionari e politici infedeli. «L’attuale crisi potrebbe favorire sistematicamente il rapporto, con sistemi correttivi, tra mafie ed esponenti della pubblica amministrazione ed amministratori locali», si legge nella nota.

Le contromisure: raccogliere informazioni

Per far fronte alla nuova minaccia mafiosa, il Capo della polizia invita le questure ad attivarsi da subito nella «ricerca e l’acquisizione di un patrimonio informativo» mirato a rappresentare «l’attuale realtà economica » ma soprattutto «le sue eventuali imminenti criticità». L’obiettivo è raccogliere informazioni per creare una mappa delle «zone rosse» a rischio di infiltrazione mafiosa, dove la mafia può sfruttare il suo già sostanziale potere economico e finanziario.

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