Coronavirus, in arrivo il decreto per le imprese: Conte alla ricerca dell’intesa con l’opposizione

L’idea di far arrivare una parte di contributi attraverso il fondo Salva-Stati, il Mes, non piace alla Lega. E neanche al Movimento 5 Stelle

Dal governo è in arrivo nel fine settimana un decreto per una garanzia da circa 200 miliardi per le imprese medio grandi per rispondere all’emergenza Coronavirus.


E un secondo decreto è atteso entro Pasqua: potrebbe arrivare anche a 40 miliardi con misure a sostegno di sanità, aziende, lavoratori, enti locali e famiglie. È quello che prevederebbe la nuova “manovra” secondo quanto emerge dalle riunioni che si stanno susseguendo tra maggioranza e opposizione.


Gli impegni dell’esecutivo confermano la proroga della cassa integrazione, il rinvio delle tasse, il finanziamento dei primi ristori, l’aumento del bonus per gli autonomi e gli aiuti per chi non ha reddito. Tra spazi di manovra che non sono illimitati, dice il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e le molte richieste presentate dai partiti.

L’incognita resta l’aiuto europeo: come e quanto? L’idea di far arrivare una parte di contributi attraverso il fondo Salva-Stati, il Mes, non piace alla Lega. E neanche al Movimento 5 Stelle.

Gli incontri

Per ora abbiamo ascoltato tante belle parole, ma noi e gli Italiani aspettiamo fatti concreti, tempi certi, garanzie per le Partite Iva, soldi veri e non mance ai Sindaci, cassa integrazione immediata, stop automatico dei mutui, linee di credito garantite dallo Stato per le aziende, sospensione delle bollette, interventi sugli affitti. Altrimenti sarà un disastro, dicono i capigruppo della Lega Massimiliano Romeo, Riccardo Molinari e il coordinatore del team economico Alberto Bagnai che hanno partecipato alla riunione con il governo. Manca però ancora un’indicazione sull’entità degli interventi. Non vorremmo che questa indecisione fosse legata al risultato di trattative europee di cui non vogliamo più sentir parlare, come quella sul MES. Per noi è un capitolo chiuso, che non si parli più di Mes.

Il decreto per garantire liquidità alle imprese era atteso in Consiglio dei ministri venerdì, scrive l’Ansa, ma il testo non è pronto. E allora il cdm slitta al weekend: e con i mercati chiusi, potrebbe anche vagliare l’annunciato rafforzamento del golden power in difesa delle aziende italiane.

A dare più dettagli è lo stesso ministro Gualtieri: una garanzia per circa 200 miliardi di credito, al 90%, fino al 25% del fatturato, per le imprese a partire da quelle medie e grandi. Con, però, il divieto di distribuire dividenti e l’obbligo di operazioni legate al territorio italiano. La cifra va ad aggiungersi ai 100 miliardi garantiti dal fondo centrale di garanzia, che verrà ulteriormente rafforzato e semplificato, e ai 290 interessati dalla moratoria. Totale più di 500 miliardi: “più della Francia”. Con la novità che sarà messo nero su bianco.

Il premier Giuseppe Conte, mentre incassa quelli che sembrano dei primi risultati sul piano europeo, cerca sul fronte interno il consenso di tutto l’arco parlamentare, tanto che maggioranza e opposizione si ridanno appuntamento per venerdì sera. Nel corso della riunione con i capigruppo di maggioranza, Conte ha assicurato la massima disponibilità a un’interlocuzione costante con il Parlamento e ha condiviso con le forze di maggioranza la necessità di velocizzare l’erogazione delle risorse.

A parte lo scoglio Mes, la maggioranza sta cercando di convincere le opposizioni a ritirare gli emendamenti al decreto Cura Italia, recependo invece alcune proposte nel decreto di aprile. L’invito sarebbe quello di
trasformare gli emendamenti onerosi al decreto Cura Italia in ordini del giorno, così come ha accettato di fare la maggioranza. Subito in Senato potrebbero arrivare rimborsi per le rette degli asili nido, così come uno ‘scudo’ per i medici e infermieri dai rischi di cause per il lavoro svolto nell’emergenza, ricostruisce ancora l’Ansa. Le proposte dell’opposizione saranno poi recepite nel decreto di aprile.

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