In Evidenza ENISiriaUSA
ECONOMIA & LAVOROCoronavirusEurogruppoMesRomano ProdiUnione europea

Coronavirus, si amplia il fronte di “quelli-che-il-Mes”. Da Prodi a Berlusconi, fino a Confindustria e Renzi: a chi piace il Fondo Salva Stati

14 Aprile 2020 - 20:55 Angela Gennaro
Al ricorso al Fondo Salva Stati apre anche una parte di peso del Partito democratico. Non senza divisioni e ambiguità

    Per Matteo Salvini sarebbe come andare dallo strozzino. Sull’ipotesi di usare il Fondo Salva Stati per rispondere a livello europeo alla crisi portata dalla pandemia di Coronavirus, il leader del Carroccio usa – sempre – parole nette: il Mes «concede prestiti a tasso di usura, come quando vai dallo strozzino», dice Salvini. Tanto che arriva in serata l’annuncio che dalla Lega è pronta una risoluzione parlamentare sul fondo. «Sì a straordinari Buoni del Tesoro dell’Orgoglio Italiano, non tassati collocati con garanzia della BCE, per lasciare in mani italiane la ricostruzione del nostro Paese. No al MES, oggi e domani», dice Salvini. Per l’«altro» Matteo della politica italiana, Renzi, le cose non stanno esattamente così. «I sovranisti vogliono far credere che sia sempre colpa dell’Europa. Su tutto. Ma l’Europa sta dando una grande mano all’Italia», dice il senatore di Scandicci nella sua tradizionale newsletter, la eNews. «Il Mes senza condizionalità va usato di corsa, piaccia o non piaccia ai populisti di maggioranza e opposizione. E vedrete che l’Italia userà tutto: Bce, Mes, Sure, Recovery Fund. Tutto», dice l’ex premier.

    Il Mes agita maggioranza e opposizione mentre si guarda al consiglio europeo del 23 aprile che tornerà a riunirsi per decidere su quanto emerso all’Eurogruppo. E nei «populisti di maggioranza» di cui parla Renzi risulta difficile non vedere un riferimento a quel Movimento 5 Stelle che continua a dire no, no e ancora no al ricorso al Fondo Salva Stati. Lo ribadiscono fonti qualificate 5 Stelle e lo ribadisce di fronte alle telecamere l’ex leader grillino, Luigi Di Maio. «Uso le parole di Conte: il Mes è uno strumento antiquato. Forse è arrivato il momento di un mea culpa europeo perché l’austerity ha provocato tagli sulla spesa pubblica e questo ha indebolito la sanità pubblica», dice il ministro degli Esteri Luigi Di Maio nell’intervista in onda stasera a ‘Sono Le Venti’, sul canale Nove.

    E il Pd?

    Il fatto è che il fronte di “quelli-che-il-Mes” annovera tra le sue fila non solo tutto il movimento fondato da Matteo Renzi, ma anche una parte sempre più consistente e di peso del Partito Democratico. Il tutto mentre Confindustria arriva addirittura a fare appello all’esecutivo e a tutte le forze politiche affinché «si utilizzino i fondi messi a disposizione dal Mes senza condizionalità che non siano quelle della lotta al virus e alle sue conseguenze». Senza polemiche, dice via dell’Astronomia. Mobilitando le risorse nazionali per la difesa delle imprese e del lavoro. E in effetti il fronte dei «MESiani» si allarga sempre più anche all’interno del Partito democratico. Non senza divisioni e ambiguità. «L’Italia non richiederà l’accesso alla linea di credito del Fondo Salva Stati, neanche dopo l’accordo raggiunto la scorsa settimana dall’Eurogruppo, aveva chiarito solo poche ore fa il vice ministro dell’Economia Antonio Misiani. «Il Mes non lo utilizzeremo, però utilizzeremo il programma per la cassa integrazione europea, utilizzeremo i 200 miliardi della Banca europea degli investimenti e le altre possibilità che le istituzioni europee hanno deciso in queste settimane», dice Misiani.

    È la posizione ufficiale del Pd? Tutti d’accordo? Niente affatto. «Andiamoci piano con le conclusioni», dice oggi all’AdnKronos il capogruppo dem al Senato Andrea Marcucci. Dem ambigui, o subalterni agli alleati 5 Stelle da sempre contrari al Fondo Salva Stati? Di fatto, il segretario democratico Nicola Zingaretti apre alla possibilità, pur ribadendo la fiducia nell’operato del governo e del premier nelle negoziazioni: «Da presidente di Regione dico una cosa: se esisterà la possibilità, senza condizionalità e rispettando la sovranità italiana, di avere dei miliardi a sostegno della sanità, se ci saranno queste condizioni, io credo che dovremo prendere queste risorse: ci servono per gli ospedali e la sanità», dice Zingaretti in videoconferenza stampa.

    «Io stesso ho più volte affermato che non capirei le ragioni di un rifiuto a priori di 36 miliardi per la nostra sanità determinati da un Mes senza condizioni, completamente diverso da quello votato nel 2012», rincara la dose Marcucci. Che è in compagnia del suo omologo alla Camera. «L’obiettivo principale è il fondo di rinascita europeo, il Recovery Fund» – dice oggi Graziano Delrio ad Affaritaliani.it. «Anch’io credo che tutti gli strumenti a disposizione, se sono senza condizionalità, debbano essere usati. Magari in futuro, se non servono subito».

    Prodi: «A caval donato…»

    Il Mes ha già ricevuto l’endorsement del padre nobile del Partito Democratico, Romano Prodi. Ora che il ricorso al Fondo Salva Stati «non è più condizionato, non capisco più il mio Paese. Io sarei per usarlo», ha detto l’ex premier Romano Prodi, rispondendo a una domanda durante un dialogo in diretta Instagram organizzato dalla Bologna Business School. Il Mes era un modo «per intervenire nei Paesi in crisi, come dire ti do i soldi ma sei in libertà vigilata», spiega Prodi. «Giustamente l’Italia ha detto basta, questo non lo voglio». Ma poiché dall’Eurogruppo è emerso l’ok al «discondizionamento», il Mes diventa a tutti gli effetti, secondo il Professore, «un prestito, ma talmente a basso interesse per cui: primo lo ripaghiamo a lunghissimo tempo, secondo ci costa un miliardo e mezzo in meno all’anno. Beh insomma… a caval donato, non si guarda in bocca».

    Parole che lo vedono oggi d’accordo con il suo avversario (politico) di sempre, Silvio Berlusconi, che sul Mes si pone così in direzione “ostinata e contraria” rispetto ai suoi alleati di centrodestra, il Matteo Salvini di cui sopra e la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni: «Ora ci interessa di più far sì che Conte non commetta gli errori che sta facendo», dice l’ex Cav collegato a diMartedì, su La7, secondo quanto emerge dalle registrazioni. «Per esempio quello clamoroso di dire all’ Europa sul Mes “faremo da soli” e rinunciare così ad utilizzare i circa 36 miliardi che potremmo ottenere, senza condizioni, ovviamente dal Mes per consolidare il nostro sistema sanitario», dice il leader di Forza Italia a Giovanni Floris.

      Leggi anche:

      Articoli di ECONOMIA & LAVORO più letti