Coronavirus, l’apertura di Conte al Senato: «Non rifiutiamo il Mes ma serve un nuovo fondo europeo»

«Distanziamento sociale e dispositivi sanitari serviranno fino al vaccino. L’app Immuni sarà volontaria e ne discuteremo in parlamento», ha chiarito il premier

Sono cinque i punti delineati da Giuseppe Conte durante la sua informativa al Senato per la gestione dell’emergenza Coronavirus. Nella strategia elaborata dal governo si dovranno «mantenere e far rispettare le misure di distanziamento sociale e verrà promosso l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale fino a quando non sarà disponibile un vaccino», chiarisce il premier.


Il presidente del Consiglio ha voluto sottolineare come la pandemia abbia costretto a misure di estrema urgenza: «Ho sempre avuto la massima premura affinché fosse preservato il delicato equilibrio tra i valori coinvolti, tutti di rango costituzionale». Conte ha ribadito così la necessità di coinvolgere il Parlamento in tutte le fasi dell’emergenza, anche nel rafforzamento della strategia di mappatura dei contatti sospetti attraverso l’App di Contact tracing «Immuni».


Tra gli altri punti evidenziati dal premier ci sarà quello della gestione delle Rsa attraverso un «rafforzamento delle reti sanitarie del territorio e dei servizi di prevenzione». Verranno inoltre intensificati su tutto il territorio le presenze di Covid hospital. Per quanto riguarda i test, il presidente del Consiglio ha auspicato a un uso sia di quelli molecolari, ovvero i tamponi sia di quelli sierologici «per predisporre un piano nazionale che potrà fotografare il quadro epidemiologico del nostro Paese».

Sulla fase 2 Conte ha ribadito che avverrà attraverso «programma di progressive riaperture che sia omogeneo su base nazionale e che ci consenta di riaprire buona parte delle attività produttive e anche commerciali tenendo sotto controllo la curva del contagio».

Mes: «Ultima parola spetta al Parlamento»

Sul fronte economico il premier ha inoltre annunciato un nuovo decreto liquidità da almeno 50 miliardi di euro per sostenere lavoratori e imprese. In vista della riunione del consiglio europeo prevista per il prossimo 23 aprile Conte ha ribadito la necessità di trovare nuovi strumenti di finanziamento pur non rifiutando quello del Mes. «Sull’ormai strafamoso Mes si è alimentato nelle ultime settimane un dibattito che rischia di dividere l’Italia in opposte tifoserie» ma l’intento è procedere con la «massima cautela», chiarisce Conte. «Sul Mes – ha poi aggiunto – l’ultima parola spetta al Parlamento».

Fase due

Quello che è già emerso è che la Fase due avverrà con programmazioni diverse da regione a regione: «Dobbiamo agire sulla base di un programma nazionale, che tenga però conto delle peculiarità territoriali. Perché le caratteristiche e le modalità del trasporto in Basilicata non sono le stesse che in Lombardia».

«I motori del paese devono riavviarsi è chiaro, ma è fin troppo facile dire ‘apriamo tutto’. I buoni propositi vanno tradotti nella realtà, nella realtà del nostro Paese, tenendo conto di tutte le nostre potenzialità, ma anche dei limiti attuali che ben conosciamo».

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