Coronavirus, il Tar Lombardia si pronuncia sulle consegne a domicilio ma non sull’e-commerce: le conseguenze immediate

Il provvedimento del Tar non è sorprendente e appare coerente con il dettato del citato DPCM del 10 aprile 2020

Il 23 aprile scorso il TAR della Lombardia ha emesso un decreto urgente che sta facendo discutere ed è stato interpretato da una parte della stampa e della politica come una “bocciatura” dell’operato della Giunta guidata da Attilio Fontana, rea di aver esteso tramite ordinanza regionale la possibilità di vendere tramite e-commerce anche i beni non essenziali o strategici, in contrasto con i decreti del Governo. A proporre il ricorso le principali organizzazioni sindacali, per la tutela delle condizioni dei lavoratori del settore dei trasporti.


Nello specifico, il Tar ha sospeso provvisoriamente l’ordinanza della Regione Lombardia n. 528 dell’11 aprile 2020, nella parte in cui «consente la consegna a domicilio da parte degli operatori commerciali al dettaglio per tutte le categorie merceologiche, anche se non comprese nell’allegato 1 del DPCM del 10 aprile 2020», vale a dire i beni essenziali o strategici (art. 1.2, lett. H).


A ben vedere, il provvedimento del Tar non è sorprendente e appare coerente con il dettato del citato DPCM del 10 aprile 2020, secondo cui le attività commerciali al dettaglio sospese non possono continuare ad operare, nemmeno tramite le consegne a domicilio, con l’eccezione dei servizi di ristorazione. Ad esempio, i negozi di abbigliamento per adulti ad oggi restano chiusi e non possono beneficiare di alcuna esenzione dal regime di sospensione per effettuare consegne a domicilio.

Di fatto, quindi, non cambia nulla rispetto alle regole nazionali, se non che in attesa della cosiddetta Fase 2 le attività al dettaglio lombarde sospese avrebbero potuto iniziare a riprendere parte delle proprie attività proprio grazie alle consegne.

Al contrario, l’e-commerce non è oggetto del provvedimento di sospensione del TAR e non subirà per il momento alcuna conseguenza, essendo regolato da un’altra disposizione dell’ordinanza regionale (art. 1.2, lett. I), secondo cui «è consentita la vendita via internet, corrispondenza, telefono, televisione e radio di tutte le categorie merceologiche», pienamente in linea con quanto disposto dal DPCM del 10 aprile 2020, che consente la vendita tramite e-commerce di «tutti i prodotti», inclusi quindi anche quelli non essenziali o strategici.

Il 13 maggio prossimo il Tar della Lombardia si riunirà in camera di consiglio per decidere sulla questione, ma resta da capire che impatto potrà avere una decisione nell’uno o nell’altro senso, considerato che in quella data potremmo già trovarci in Fase 2 e almeno parte delle attività commerciali al dettaglio oggi sospese potrebbe aver già ripreso la propria “normale” attività.

* di Giacomo Lusardi e Alessandro Ferrari

In copertina ANSA / Paolo Salmoirago | Distribuzione Kit mascherine e guanti contro il Covid19 ai riders delle consegne a domicilio da parte del Comune di Milano, 14 aprile 2020.

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