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Coronavirus, Conte per la prima volta a Milano e poi a Bergamo, nell’epicentro dell’epidemia: «La fase 2 non è il libera tutti» – Il video

27 Aprile 2020 - 23:00 Redazione
«Non sono venuto prima nella fase più critica perché la mia presenza sarebbe stata di intralcio. Andrò a Brescia e poi vorrei passare anche a Lodi, Codogno, e non dimentico Piacenza», ha precisato Conte ai cronisti che lo incalzavano sul suo «ritardo»

Ha lasciato Palazzo Chigi intorno alle 18 per volare in Lombardia, per la prima volta dall’inizio dell’emergenza Coronavirus. Il premier Giuseppe Conte è arrivato a Milano intorno alle 19.30 e ha raggiunto la prefettura per incontrare il governatore della Regione più colpita dall’epidemia, Attilio Fontana. «Molti speravano di tornare presto alla normalità, ma al momento non è possibile», ha detto il premier davanti alla prefettura ribadendo ancora una volta che la fase due non coincide neanche lontanamente con il libera tutti.

«Oggi abbiamo ancora 105mila contagiati, non sarebbe responsabile affrontare la fase due in modo imprudente, con avventatezza. Non ce lo possiamo permettere – ha sottolineato -. Stiamo facendo tanti sacrifici, non è il momento di mollare. Questo governo continuerà a fare le cose giuste anche se questo dovesse scontentare un gran numero di cittadini. Predisponiamoci a rispettare il distanziamento sociale. Non possiamo mollare in questa fase. Non butteremo a mare tutti i sacrifici fin qui fatti, dobbiamo continuare ad agire in modo responsabile».

«Non sono venuto prima nella fase più critica perché la mia presenza sarebbe stata di intralcio. Andrò a Brescia e Bergamo e poi vorrei passare anche a Lodi, Codogno, e non dimentico Piacenza», ha precisato Conte davanti ai cronisti che lo incalzavano sul suo ritardo rispetto alla visita in Lombardia. «Non sono venuto prima perché avrei dato fastidio agli operatori che gestivano l’emergenza».

L’incontro con Fontana

Il presidente della Lombardia ha consegnato al premier un report dei lavori del “Patto per lo sviluppo”, il tavolo istituzionale di confronto e dialogo con tutti i principali stakeholder del sistema lombardo. Tre i temi trattati nel documento relativo alla fase 2 c’è quello relativo al sostegno alle famiglie (asili nido, scuola, gestione dei figli con il rientro al lavoro, congedi parentali), il sostegno alle imprese (con richieste di rapidità e semplificazione per far ripartire i cantieri e le attività produttive) e il trasporto pubblico locale (con il tema dei controlli all’ingresso delle stazioni e sui mezzi pubblici e del mantenimento delle distanze sociali).

Conte ha lasciato la prefettura di Milano intorno alle 22.30 per raggiungere Bergamo, dopo aver partecipato a una serie di vertici. L’ultimo è stato con alcuni medici fra cui Antonio Pesenti, primario della Rianimazione del Policlinico di Milano, e Giuliano Rizzardini, direttore delle Malattie infettive dell’Ospedale Sacco. Oltre al sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e al governatore della Lombardia, Attilio Fontana, il premier in prefettura ha incontrato il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, e il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli.

Dopo Milano, Bergamo

Il premier è arrivato a Bergamo poco dopo le 23. Ad attenderlo un presidio di giornalisti che hanno chiesto spiegazioni al presidente sulla gestione dell’emergenza nella città focolaio dell’epidemia. Rispetto alla ripresa delle attività contenuta nel nuovo decreto in vigore dal 4 maggio, Conte ha assicurato: «Ci avviamo all’allentamento del lockdown in tutta sicurezza».

L’agenda del premier: Brescia, Bergamo e Genova

Nell’agenda del premier, dopo Milano, c’è in programma la visita a Brescia e Bergamo, altri due centri piegati dal Covid-19. E domani Conte potrebbe fare tappa a Genova, nel giorno in cui è atteso il completamento dell’ultima campata del ponte Morandi, momento che sarà celebrato alle 9:30 e a cui sarà presente anche la ministra dei Trasporti e delle Infrastrutture Paola De Micheli.

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