Coronavirus, dall’incognita mascherine obbligatorie al piano trasporti: i sindaci chiedono al governo chiarezza sulla fase 2

In una lettera al premier Conte, tutte le richieste dei sindaci in vista della fase 2: «Vogliamo una ripartenza vera che non lasci indietro nessuno», scrivono

Dal primo pomeriggio di oggi il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sta incontrando le delegazioni di Regioni, Province e Comuni per affrontare le questioni più spinose sull’avvio imminente della fase 2. Quali attività potranno riaprire? Come potranno muoversi i cittadini? Ci saranno limitazioni ai trasporti pubblici? Bisognerà indossare obbligatoriamente le mascherine? E come faranno a ripartire i settori messi in ginocchio dal Coronavirus? Tanti i dubbi dei sindaci dei Comuni capoluogo di città metropolitana che hanno deciso di mettere nero su bianco in una lettera indirizzata al premier per chiedere chiarezza e indicazioni univoche. L’obiettivo è quello di avere «una ripartenza vera che non lasci indietro nessuno».


«Serve massima chiarezza e condivisione fra governo e amministrazioni locali»

I primi cittadini vogliono conoscere, prima del 4 maggio, l’elenco delle attività che potranno riaprire così da adottare tutte le misure necessarie, in tema di mobilità e trasporti, per ripartire in sicurezza, regolando ad esempio gli orari di uffici ed esercizi commerciali. «Ripartire con gradualità secondo regole certe e chiare e misure attuabili si deve ed è possibile. Servono linee guida nazionali sui vari ambiti e settori. Serve definirle ed avere il tempo congruo per prepararsi. Serve più di tutto massima chiarezza e condivisione fra i vari livelli di governo, Comuni, Regioni e Stato, su chi fa che cosa e con quali risorse», scrivono.


Trasporti

Uno dei temi più caldi è senza dubbio quello dei trasporti pubblici che, in queste settimane, hanno registrato un significativo calo di passeggeri. «Serve un integrale sostegno finanziario al trasporto pubblico locale, inclusi i minori ricavi da perdita della bigliettazione e incentivi sulla micro mobilità elettrica, semplificazioni per la realizzazione di piste ciclabili. Bisogna prevedere che nell’ambito della liquidità che sarà resa disponibile dall’Ue all’Italia con gli strumenti finanziari straordinari una quota sia assegnata ai Comuni e alle città metropolitane», dicono i sindaci. Insomma, aiutare le aziende di trasporto in difficoltà e favorire la mobilità sostenibile, come bici o monopattini elettrici, così da evitare l’affollamento di metro, bus e tram.

Ma servono soprattutto regole chiare: «Abbiamo chiesto di definire la capacità massima di bus e vagoni metro: non si può dire distanza un metro e vietare l’assembramento. Cioè se entrano solo le persone pari al numero dei posti a sedere o se entra un quarto della capacità». Lo chiede, senza mezzi termini, il presidente dell’Anci Antonio Decaro (sindaco di Bari).

Mascherine

Poi c’è la questione delle mascherine. Raccomandate o obbligatorie? Ce ne sono davvero per tutti e quali saranno i prezzi? Continuerà lo sciacallaggio? «Per le mascherine abbiamo chiesto si decida quando si debbano indossare obbligatoriamente, si fissi un prezzo – e questa richiesta è stata accolta ieri – e si provveda a darne gratuitamente a chi non può comprarle», ha aggiunto Decaro. Insomma, l’obiettivo è avere il prima possibile «indicazioni chiare sul corretto utilizzo delle mascherine alla popolazione e ai lavoratori, assicurando disponibilità nelle farmacie a un prezzo fisso calmierato».

Scuole

Il nodo scuole è stato risolto: non riapriranno a maggio ma, se tutto andrà come previsto, a settembre. I sindaci, adesso, chiedono di «coinvolgere direttamente i Comuni nella definizione delle misure e delle regole necessarie per una riapertura delle scuole in piena sicurezza per i bambini e i ragazzi». E, in vista dell’avvio del prossimo anno scolastico, chiedono maggiore attenzione alle famiglie e ai genitori che non possono lasciare da soli, a casa, i propri figli: «Noi abbiamo chiesto di ampliare il bonus bebè e il bonus babysitter, abbiamo chiesto di anticipare l’apertura dei campi estivi con oratori e il privato sociale».

Investimenti pubblici e turismo

È forse arrivato il momento di puntare sugli investimenti pubblici e sul turismo che rischia di uscire a pezzi da questa emergenza sanitaria. «Migliorare il coordinamento delle misure di sostegno economico per i numerosi settori produttivi colpiti duramente dall’emergenza in modo da assicurare a tutti liquidità in tempi rapidi ed effettivo sostegno con particolare attenzione al settore turistico e balneare», aggiungono i sindaci, in vista dell’avvio della stagione balneare. Sarà possibile andare al mare? Gli stabilimenti balneari riapriranno regolarmente? Come dovranno attrezzarsi?

Chiedono che «le eventuali risorse assegnate alle Regioni, oltre a quelle già attribuite con precedenti provvedimenti, siano vincolate ad attività strettamente legate all’emergenza quali acquisto Dpi per servizi essenziali e per popolazione, sanificazione di uffici pubblici e spazi città, assistenza socio-sanitaria» oltre a «risorse congrue per la spesa corrente, alla luce della imponente riduzione di gettito fiscale, con particolare riferimento all’azzeramento delle imposte di soggiorno e di occupazione del suolo pubblico e alla forte riduzione della Tari». Infine, la proposta è di «rifinanziare i “buoni spesa” già erogati dai Comuni e assegnare ai sindaci un plafond di risorse per il sostegno al reddito strettamente legato agli effetti sociali ed economici dell’emergenza».

Foto in copertina di Luca Zennaro per Ansa

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