Nello stesso giorno in cui il Piemonte supera l’Emilia Romagna nella drammatica conta dei casi di Coronavirus, registra altri 604 contagiati avvicinandosi ai 713 della Lombardia e 68 nuove vittime, il presidente della Regione Alberto Cirio si guarda indietro con serenità:« Il percorso che stiamo completando è corretto». E sembra un marziano atterrato per caso sulla poltrona che occupa.
Perché per lunghe settimane il Piemonte è stata una delle regioni del Nord a fare meno tamponi, limitandoli a chi denunciava sintomi molto gravi, e soltanto da poche ore ha deciso di cambiare rotta seguendo l’esempio virtuoso del Veneto. E strappando un amaro commento al presidente dell’ordine dei medici, Guido Giustella: «Finalmente iniziamo un lavoro che andava fatto due mesi fa».
Tanto pochi quei tamponi che fino a ieri i sanitari in prima linea, per effettuarne uno dovevano avere l’autorizzazione dell’Unità di crisi. «E ogni volta per averla bisognava discutere all’infinito», come ha raccontato un altro medico a Lorenza Castagneri del Corriere della Sera. E i tempi si allungavano e i morti crescevano.
L’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi, in una intervista a Open ammette la partenza lenta, pur giustificandola con la carenza di preparazione ereditata dalla precedente amministrazione. E spiega che in Piemonte i nuovi positivi aumentano più che altrove perché la Regione sta facendo tamponi a tappeto nelle residenze per anziani dove i casi sono più che altrove, «cosa che l’Emilia Romagna non fa». Di qui il “sorpasso”.
Ma ammesso che ciò sia vero, anche qui si è agito in ritardo. Visto che i risultati dell’indagine nelle Rsa piemontesi hanno registrato finora il 23 per cento del personale e addirittura il 35 per cento degli ospiti contagiato. E, al 15 aprile, 600 morti in più rispetto allo scorso anno, 397 dei quali certamente di Covid-19.
L’eccezionalità della crisi da affrontare, certo, non va mai dimenticata (ma era diversa la situazione in Veneto?) e tuttavia Alberto Cirio aveva condotto la campagna elettorale nella quale aveva sconfitto Sergio Chiamparino inalberando lo slogan di un Piemonte che, finalmente, si metteva a correre. Cambi di passo però non se ne sono visti. Anzi. Soltanto un faticoso arrancare. E una piroetta a metà strada per cercare di salvare il salvabile.
In copertina ANSA/ Alessandro Di Marco | Alberto Cirio presidente regione Piemonte durante la conferenza stampa al termine della giunta regionale monotematica sull’autonomia presso palazzo della regione Piemonte, Torino, 24 luglio 2019
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