Coronavirus, i numeri in chiaro. Il virologo Maga: «L’epidemia è in recessione. Segni positivi anche dalla Lombardia» – Il video

Secondo il direttore dell’Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia, «tutte le regioni sono in recessione o comunque stabili: l’epidemia è rallentata, non si sta più espandendo e tende a regredire»

Ancora 236 persone sono morte nelle ultime 24 ore con il Coronavirus. Il numero delle vittime in Italia a questo punto tocca quasi quota 30mila (29.315), secondo l’ultimo bollettino diffuso dalla Protezione civile. Un numero che è in aumento rispetto all’incremento di ieri (di 195 deceduti in 24 ore) ma che conferma l’andamento degli ultimi giorni rispetto al calo del numero delle persone contagiate.


«I dati di oggi sono molto positivi, tra i migliori degli ultimi giorni», spiega Giovanni Maga, virologo e direttore dell’Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia. «Prima di tutto perché anche la regione che fino a ora aveva continuato a crescere in controtendenza col resto del paese, cioè la Lombardia, vede una riduzione importante nel numero di attualmente positivi, che è il dato che dà l’idea dell’estensione al momento delle persone infette».


In tutta Italia il dato delle persone “attualmente positive” al virus infatti la serie con il segno meno davanti è cominciata cinque giorni fa, quando si è registrato un calo record di –3.106 malati di Coronavirus. Nelle ultime 24 ore il calo dei malati è invece di –1.513.

Seconda ragione di ottimismo per Maga, il fatto che «tutte le regioni sono in recessione o comunque stabili: l’epidemia è rallentata, non si sta più espandendo e tende a regredire». Terzo motivo: «Pur nella drammaticità anche i decessi si mantengono con numeri inferiori rispetto a una settimana fa. Oggi sono più di ieri ma restano sotto le 300 unità e il trend è di diminuzione».

Quali sono i dati da tenere d’occhio nella fase due per l’R0, il fattore di contagio? «I nuovi positivi, gli infetti: un numero che però è verosimilmente sottostimato», spiega Maga. «E poi ricoveri e terapie intensive: un aumento deciso dei ricoveri sarebbe un riflesso di un aumento delle infezioni».

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