«I dati fanno prevedere una seconda ondata del Coronavirus». Brusaferro avverte: alto rischio dopo l’estate

Quella che si prospetta per i prossimi mesi è una fase delicata: la curva dell’infezione ha appena cominciato la discesa, andrà dunque monitorata

Sarà un autunno da affrontare con cautela, secondo il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro, che oggi è stato ascoltato in Commissione Bilancio alla Camera. «Per gli scenari che immaginiamo, in autunno, una patologia come il Coronavirus, che è trasmessa da droplet – le goccioline che si propagano con la respirazione, ndr -, si può maggiormente diffondere e si può confondere con altre sintomatologie di tipo respiratorio» e «la famosa ipotesi della seconda ondata è collegata a questo, che, dal punto di vista tecnico scientifico è un dato obiettivo». «In autunno, si diffondono le infezioni respiratorie, meno ore di sole e attività all’aperto e più la circolazione aumenta», ha detto.


La teoria era già stata presentata a fine aprile, dallo stesso Brusaferro, che aveva detto: «In termini teorici potremmo averla anche tra un mese se prendiamo sotto gamba le misure. Da autunno poi inizierà una nuova stagione influenzale e circoleranno altri virus con sintomatologia simile. Il brutto tempo farà stare le persone in luoghi confinati, aumentando i rischi. Per questo intanto andrà fatta una campagna di vaccinazione molto efficace contro influenza e altre patologie per evitare che questa malattia si confonda con quella da Coronavirus»


Per il presidente dell’Iss la curva dell’infezione ha appena cominciato la discesa, questo significa che ci troviamo all’interno di «una fase di controllo della situazione, ma richiede un’attenzione particolare» nell’identificare ed isolare precocemente i casi sospetti. Per farlo, bisognerà ricorrere a «sistemi di monitoraggio e capacità di risposta sanitaria ad eventuali focolai».

«Con la prossima settimana – ha concluso Brusaferro – ci avviamo a una sfida sarà ancora più importante perché sarà liberalizzata la mobilita tra regioni e anche quella internazionale. Questo richiederà una capacità ancora più attenta di monitorare e rispondere a focolai».

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