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Le Maire: «La Francia non userà il Mes, ma capirei se lo facesse l’Italia»

30 Maggio 2020 - 12:53 Redazione
Il ministro dell'Economia francese, uno dei protagonisti assoluti del piano franco-tedesco sul Recovery Fund, ha spiegato a Repubblica perché Parigi non userà il Meccanismo europeo di stabilità

Il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, non ha dubbi. Il Meccanismo europeo di stabilità non è lo strumento adatto alla Francia per far fronte alle difficoltà economiche derivate dalla pandemia da Coronavirus. «Per adesso non abbiamo bisogno del Mes», ha detto in un’intervista a Repubblica. «Il rating è solido», ha sottolineato, e il Paese aspetterà, con buona probabilità, gli aiuti in programma nel Recovery Fund.

Proprio la Francia è stata tra le protagoniste della soluzione light del meccanismo, che ha eliminato le condizionalità (lasciando solo quelle legate all’indirizzo della spesa, che dovrà andare direttamente al settore sanitario). A tal proposito, non scoraggia l’Italia a farci affidamento nei mesi che precederanno l’entrata in vigore del Recovery Fund: «Non entro nel dibattito italiano – ha dichiarato – ma ci siamo battuti e ora è uno strumento pronto a essere mobilitato per finanziare le spese legate alla crisi».

I primi finanziamenti del Recovery Fund «disponibili alla fine del 2020»

Secondo Le Maire – che è stato tra i protagonisti assoluti del piano franco-tedesco che ha anticipato la proposta sul Fondo comune della Commissione europea – è proprio grazie alla Francia se la Germania di Angela Merkel ha cambiato idea sul debito comune. «Questo è il risultato di tre anni di lavoro tra Francia e Germania», ha detto il ministro, aggiungendo le modifiche proposte dal governo Macron sul tema.

Nonostante le resistenze di Svezia, Danimarca, Paesi Bassi e Austria su alcuni punti del Recovery Fund (che Le Maire definisce «dettagli», ma che dettagli non sono), il ministro francese è fiducioso che l’accordo possa essere chiuso entro luglio, così da permettere l’attivazione dei primi fondi già alla fine di quest’anno. «Dobbiamo decidere in fretta e concludere i negoziati», ha detto. «Sta arrivando uno tsunami».

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