Coronavirus, l’accusa dell’impenitente Zangrillo: «Basta ricorrere alla paura. I bollettini? Mistificazioni»

E sul convegno al Senato afferma di non essere pentito: «Malgrado la campagna diffamatoria che abbiamo subito sono contento di averci partecipato»

«Far credere alla gente che “contagio” sia uguale a “malattia”. Questo bollettino quotidiano diffuso dalla Protezione civile è una incredibile mistificazione». Non usa mezze parole Alberto Zangrillo, primario del San Raffaele, che in una intervista a La Verità ha parlato dopo il contestato convegno al Senato. Una mistificazione, secondo Zangrillo, rispetto «alla verità clinica. In tutto il gruppo San Donato, quello in cui lavoro, abbiamo solo 10 pazienti in cura, nessuno recente, nessuno in intensiva. Prima non c’era un letto libero. Ecco l’evidenza clinica», ha spiegato, ribadendo dunque che secondo lui il Coronavirus ha perso intensità.


«Come posso considerare “gravi” i casi dei pochi che in questi giorni sono avviati a normale degenza, spesso asintomatici?», ha osservato Zangrillo, per il quale il vero termometro della pandemia sono «ricoverati gravi e terapie intensive: ovvero quello che oggi – speriamo che questa situazione prosegua – non incontriamo da mesi». Riguardo le restrizioni, Zangrillo ha sostenuto che «se continuiamo a comportarci con responsabilità non serve mantenere divieti privi di senso».


«Io medico mi pongo il problema delle industrie e delle società di sevizio che non lavorano più perché abbiamo ucciso le cerimonie civili», ha detto, osservando anche come «il 17% di Pil in meno è una catastrofe che mi riguarda come e quanto i malati in corsia. È stato detto che il distanziamento è un grave problema, come abbiamo visto sui treni. Ma io voglio contare sul buonsenso della gente», ha detto.

Sull’uso delle mascherine, il professore è stato chiaro: «Scriva che Alberto Zangrillo dice di mettere queste benedette mascherine! Ma allo stesso tempo è evidente che la violenza del virus è incredibilmente abbattuta rispetto a questo inverno. Basta ricorrere alla paura». E proprio riguardo la paura Zangrillo ha puntato il dito contro «tanti personaggini che hanno alimentato il furor di popolo: dagli all’untore, attenti che il virus torna! Ecco, il virus oggi non è quello di prima: allora dobbiamo imparare a conviverci».

Sul convegno definito dei “negazionisti“, al quale Zangrillo ha preso parte al Senato, reagisce con forza: «È deprimente. Ma se qualcuno prova a definirmi “negazionista” davanti a me io gli urlerei in faccia qualcosa di irriferibile», ha detto, specificando che «“Negazionista” è chi nega l’Olocausto, la persecuzione degli ebrei, i crimini di Adolf Hitler. Il tentativo di squalificare le nostre posizioni accostandoci ai carnefici è infame».

Quanto alla sua partecipazione non si è pentito: «Per nulla – afferma -. Io considero Sgarbi una persona molto intelligente, che talvolta eccede. Ma c’è sempre un fondo di verità nelle sue polemiche e nelle sue campagne. Anche oggi». «Quel convegno ha posto – con alcuni dei migliori esperti medici e dei costituzionalisti – il tema della libertà e della cura. Per questo malgrado la campagna diffamatoria che abbiamo subito sono contento di averci partecipato», ha concluso.

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