In Evidenza ENISiriaUSA
ATTUALITÀBillionaireCoronavirusFlavio BriatoreInchiesteSardegna

Il giallo sui registri di ingresso del Billionaire: i sospetti sui pochi clienti iscritti e i tanti furbetti con numeri e nomi falsi

27 Agosto 2020 - 11:23 Redazione
Billionaire
Billionaire
Fortunatamente la «movida si muove a ondate, quindi spesso gli stessi nomi compaiono su più elenchi di locali diversi e questo facilita il lavoro» ha detto Marcello Acciaro dell’Unità anti-Covid del Nord Sardegna

Ci mancavano solo i clienti dei locali alla moda. Dopo i vacanzieri, a preoccupare sono soprattutto quelli che, in queste settimane, senza rispettare le misure imposte dal governo (per contenere la pandemia del Coronavirus, ndr), hanno affollato i locali della Sardegna, come il Billionaire di Flavio Briatore dove sono stati segnalati diversi positivi (59 i dipendenti infettati), compreso lo stesso imprenditore, ora ricoverato al San Raffaele di Milano. Come scrive Il Fatto Quotidiano, al momento nessuno dei clienti entrati in contatto con Briatore e il suo staff sarebbe stato rintracciato. Non è chiaro se la lista con i nominativi e i numeri di telefono dei clienti sia già nelle mani delle autorità sanitarie. Oggi, infatti, è prevista la consegna.

Repubblica, intanto, parla di 3 mila clienti solo al Billionaire ma, per un locale così importante, «sembrano pochini», ha detto il dottor Marcello Acciaro dell’Unità anti-Covid del Nord Sardegna. I numeri, dunque, potrebbero essere ben più alti. Ma prima bisognerà analizzare i registri del Billionaire. Fortunatamente la «movida si muove a ondate – continua Acciaro – quindi spesso gli stessi nomi compaiono su più elenchi di locali diversi e questo facilita il lavoro». In Sardegna l’obiettivo è quello di «recuperare almeno il 60% dei frequentatori».

Generalità false (o numeri falsi) all’ingresso del locale

Ma c’è anche un altro problema: molti clienti potrebbero aver fornito, all’ingresso del locale, delle generalità false (o più semplicemente un contatto non corrispondente al vero). D’altronde i proprietari dei locali non sono poliziotti. Quello che teme Acciaro è che qualche furbetto, tra i clienti o tra il personale, «pur avendo la febbre, si è preso una paracetamolo ed è andato in discoteca». «Se lo trovo e se c’è stato, lo denuncio» ha concluso.

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti