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Sondaggio, cala il M5s: Fratelli d’Italia a meno di un punto. Boom di Draghi tra i leader. Sul Referendum gli elettori del Pd i più divisi

29 Agosto 2020 - 11:20 Redazione
Nell'indice di gradimento dei singoli rimane in testa Giuseppe Conte con il 60% di apprezzamento. Si conferma "l'effetto Zaia", con il presidente veneto al 54%

A meno di un mese dal referendum costituzionale, dalle elezioni regionali, e con l’emergenza Coronavirus sempre in corso cambiano ancora gli orientamenti politici degli italiani. Secondo le indicazioni del sondaggio condotto da Demos per la Repubblica, la Lega resterebbe al momento ancora il primo partito, ma con una erosione di consenso notevole. Nel settembre 2019 i sondaggi la davano al 32,5%, contro il 24,5% attuale. Dato in discesa rispetto al picco massimo di voti conquistato alle europee 2019 (34,3%). Ma dove sono finiti i voti della Lega? Un indizio c’è.

È quel 15,4% rilevato per Fratelli d’Italia, in crescita esponenziale rispetto al 7,4% di un anno fa e al 6,5% ottenuto alle ultime elezioni europee. Dato che salta ancor di più all’occhio perché il partito di Giorgia Meloni è sulla scia, e tenta il sorpasso, del Movimento 5 Stelle, che secondo Demos si attesta al 16,2%. Dato, questo, piuttosto in linea con il 17,1% ottenuto alle Europee. Il Pd si conferma invece secondo partito, con un 20,7% abbastanza allineato alle precedenti rilevazioni, di poco inferiore al 22,7% delle europee. Forza Italia sembra tenere al 7,2%, Leu si attesta al 3,5%, seguito da Italia Viva (2,7%), +Europa (2,3%) e Azione di Carlo Calenda con il 2,1%.

Il gradimento dei leader

Nell’indice di gradimento dei leader la valutazione risente della gestione dell’emergenza Coronavirus, a livello nazionale e sui territori. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si conferma in testa alla classifica, con un 60% di gradimento, in calo di cinque punti rispetto alla rilevazione del giugno scorso. Confermato poi “l’effetto Zaia” già riscontrato nei sondaggi a livello regionale.

Il presidente della Regione Veneto vanta, secondo Demos, un apprezzamento pari al 54%, appena due punti in meno rispetto a due mesi fa. Salgono poi, dopo il discorso pronunciato al meeting di Rimini, le quotazioni dell’ex presidente della Bce Mario Draghi: 53% di gradimento per lui. Seguono Giorgia Meloni (44%), Vincenzo De Luca (43%), Paolo Gentiloni (41%), Roberto Speranza (40%), a pari merito con Emma Bonino, poi al nono posto Matteo Salvini con il 39%. Fanalini di coda Alessandro Di Battista (21%), Vito Crimi (18%) e Beppe Grillo al 17%.

Referendum: spaccatura nell’elettorato Pd

Anche secondo le rilevazioni di Demos il referendum costituzionale avrà un esito scontato, con i Sì all’82% e i No al 18%, nonostante nelle ultime settimane si sia acceso un dibattito attorno al tema. Ma il dato interessante che emerge è tutto interno al Partito democratico. Per il Sì si schiera il 62% degli elettori dem, mentre per il No il 38%. Schiacciante invece la preponderanza del Sì tra gli elettori dei partiti che sostengono la riforma: M5s (91%), Lega (89%), Fratelli d’Italia (86%). Ma anche tra chi vota Forza Italia, che nell’area del centrodestra è il partito con una posizione meno solida sul Sì, stravince l’assenso alla riforma con l’84% dei consensi.

Per quanto riguarda le categorie di lavoratori, Demos rileva un grande consenso al taglio dei parlamentari tra gli operai (92%) e i lavoratori autonomi (87%), così come tra i pensionati (90%) e le casalinghe (93%). Scende l’approvazione invece tra imprenditori e liberi professionisti (69%). Spaccato il mondo degli studenti, con solo il 51% di loro favorevole.

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