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L’Enac blocca a terra Moonbird, l’aereo di Sea Watch che avvista le imbarcazioni in difficoltà nel Mediterraneo – Video

08 Settembre 2020 - 12:20 Angela Gennaro
Viene contestata l'attività prolungata di Ricerca e Soccorso. La portavoce della ong tedesca: «A ottobre l'aviazione civile ci ha certificato la legalità delle nostre operazioni. E il nostro modus operandi non è cambiato. Ci vogliono chiudere gli occhi su morti e respingimenti»

Dopo il mare, il cielo. Dopo le navi, gli aerei. L’Enac, ente nazionale per l’Aviazione civile, ha notificato il fermo a Moonbird per attività di Search and Rescue (Ricerca e Soccorso) prolungata, dicono. L’aereo, un Cirrus Sr22 che vola per la no profit svizzera Humanitarian Pilote Initiative, in collaborazione con la Ong tedesca Sea Wach, fin qui impegnato in missioni di monitoraggio dell’area del Mediterraneo centrale, tra le rotte migratorie più pericolose al mondo, non può quindi alzarsi in volo da Lampedusa. Con tutto quello che ne consegue: le navi umanitarie, da sole, poco possono in termini di avvistamento di eventuali imbarcazioni in difficoltà.

«Il governo italiano ha chiuso i nostri occhi sul Mediterraneo centrale», attacca Giorgia Linardi, portavoce di Sea Watch per l’Italia. Le motivazioni? «Per troppi giorni consecutivi e per troppe ore abbiamo operato attività di monitoraggio nel Mediterraneo che l’Italia equipara a quella di soccorso in mare, contestandoci quindi di avere riportato la presenza di persone in oggettivo bisogno immediato di aiuto. Vogliono chiuderci gli occhi affinché non si sappia nulla di quello che accade tra Lampedusa e la Libia, perché il Mediterraneo centrale diventi un buco nero».

La situazione nel Mediterraneo centrale

Moonbird Sea Watch
Felix Weiss / sea-watch.org

Gli aerei civili che in questo momento fanno capo a Sea Watch e che sono impegnati in missioni di monitoraggio nelle acque – e nei cieli – internazionali sono Moonbird e Seabird, da qualche tempo fermo a terra per lavori di manutenzione. Le operazioni di Moonbird si fermano dunque in un momento in cui nel Mediterraneo centrale si trova la Sea Watch 4, supportata dalla Louise Michel finanziata (e dipinta) da Banksy, ma sono tornate in azione anche Open Arms e la Mare Jonio di Mediterranea.

Da fine giugno la Sea Watch 3 è in fermo amministrativo a Porto Empedocle, in seguito a un’ispezione della Guardia costiera italiana che afferma di aver rinvenuto a bordo irregolarità di natura tecnica e operativa «riguardanti la sicurezza e la tutela ambientale». Sempre a proposito di navi umanitarie e sempre a Porto Empedocle, questa volta a fine luglio, un’altra ispezione della Guardia costiera aveva portato al fermo amministrativo della Ocean Viking della Ong francese Sos Mediterranée.

In tutto questo tempo Moonbird ha avvistato persone un difficoltà. Ma anche cadaveri. Come quel corpo avvistato a fine giugno per la prima volta da Seabird, e poi avvistato nuovamente altre tre volte: lasciato lì, a vagare in mare. La ong, insieme alle altre realtà impegnate nel soccorso in mare, ha più volte denunciato quelli che ha definiti «respingimenti di fatto» in Libia.

Non è la prima volta

Non è la prima volta che Moonbird resta a terra: l’anno scorso l’Italia l’aveva fermato insieme a un altro aereo, Colibri, gestito dalla francese Pilotes Volontaires (entrambi operativi dal 2017). Perché, ricostruiva allora il Guardian, per l’Enac i mezzi in questione potevano «essere utilizzati solo per attività ricreative e non professionali». L’anno prima è Malta a fermare Moonbird e a impedirgli di operare sull’isola, fermando allora l’aereo per alcuni mesi e lasciandolo senza base.

Già dal 20 luglio scorso, Giorgia Linardi denuncia da Lampedusa quello che definisce per l’ennesima volta «accanimento nei confronti delle nostre attività sia in mare che in cielo». Negli ultimi tempi, racconta, «si sono intensificati i controlli anche nei confronti dei nostri equipaggi aerei e dei nostri velivoli», nonostante la ong tedesca abbia ricevuto nell’ottobre del 2019 una lettera dall’Enac «che certifica la legalità delle nostre operazioni».

«Il nostro modus operandi non è cambiato e quindi ci chiediamo i motivi di questi continui controlli», dice Linardi. Ma le attività di monitoraggio di ciò che accade al largo della Libia «danno evidentemente fastidio a un governo che ha deciso di rifinanziare la missione in Libia volta al respingimento illegale delle persone in mare. Se le nostre operazioni verranno fermate», conclude profeticamente la rappresentante di Sea Watch, «oggi sapete già il motivo».

In copertina Sea Watch/Flickr | L’aereo Moonbird

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