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L’ultima testimonianza di Liliana Segre: «Ci volevano far diventare disumani: ho scelto la vita, ma non ho mai perdonato» – Il video

09 Ottobre 2020 - 11:30 Redazione
La senatrice è intervenuta in occasione dell’apertura de L’Arena Janine, l’edificio dedicato all’amica francese uccisa ad Auschwitz

In occasione dell’inaugurazione de L’Arena di Janine, nel borgo di Rondine, in provincia di Arezzo, Liliana Segre ha pronunciato il suo ultimo discorso pubblico prima di ritirarsi a vita privata come aveva annunciato alcuni mesi fa. «Non ho mai perdonato, come non ho dimenticato» ha detto la senatrice a vita, che ha ripercorso alcuni passaggi della sua prigionia. «A 13 anni ero una ragazzina e mi dettero qualche anno in più» racconta, ricordando come fu risparmiata con altre 30 ragazze italiane ebree dalla morte certa delle camere a gas. «Cominciammo a capire che dovevamo dimenticare il proprio nome» ha continuato Segre pronunciando le sue ultime parole pubbliche nell’edificio intitolato alla memoria della giovane amica francese che morì proprio nelle camere a gas di Auschwitz.

Senza più nome né identità Segre racconta la sua trasformazione in un numero, il segno sul braccio che ha marchiato l’inizio della sua detenzione: «Mi venne tatuato un numero sul braccio e dopo tanti anni si legge ancora bene, 75190.

L’ex detenuta si definisce «una viva per caso» e ricorda quanto sia stato fondamentale nei momenti più tragici attaccarsi alla vita «togliendosi da lì», dal luogo dell’orrore, «almeno con il pensiero». «Quando si toglie l’umanità alle persone la soluzione è scegliere sempre la vita» ha poi aggiunto.

Il ringraziamento della senatrice a vita invece è andato ai giovani. «Da nonna sono i ragazzi quelli che io ringrazio. Sono tutti quei miei nipoti ideali visto che nel mio racconto c’è la pena, l’amore, la pietà, il ricordo struggente di quella che ero io», ha detto Segre. «Un giorno di settembre del 1938 sono diventata l’altra. So che quando le mie amiche parlano di me aggiungono sempre la mia amica ebrea. E quel giorno a 8 anni non sono più potuta andare a scuola», ha ricordato al palco Segre. «Se qualcuno legge a fondo le leggi razziali fasciste una delle cose più crudeli è stato far sentire invisibili i bambini. Molti miei compagni non si accorsero che il mio banco era vuoto».

L’inaugurazione ha aperto la giornata che la Cittadella della Pace ha dedicatato alla senatrice a vita. Presenti anche i presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico ed Elisabetta Alberti Casellati, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il presidente della Cei Gualtiero Bassetti insieme ai ministri Luigi Di Maio, Luciana Lamorgese, e Lucia Azzollina. L’Arena di Janine sarà un grande contesto naturale ed eco-sostenibile di aggregazione per i giovani che promuoverà la memoria quale strumento efficace contro l’indifferenza. «Ho scelto la vita e sono diventata libera», è la frase della stesse Segre che è stata posta all’ingresso dell’area.

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