Conte al Senato sul nuovo Dpcm: «Proteggiamo gli anziani, hanno permesso il miracolo economico del Paese»

di Felice Florio

In quella che è stata una replica dell’intervento di questa mattina alla Camera, il presidente del Consiglio ha ricevuto l’applauso dell’aula quando ha sottolineato l’importanza del ruolo degli anziani nella società

Dopo l’incontro del governo con i capi delegazione e i rappresentanti delle Regioni, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha illustrato al parlamento le misure che rientreranno nel prossimo Dpcm. Intorno alle 12 di lunedì 2 novembre, Conte ha parlato alla Camera dei deputati. Alle 17, invece, è iniziato il suo discorso al Senato. L’indirizzo dell’esecutivo resta quello di proseguire su un doppio binario di misure restrittive: a quelle stabilite a livello nazionale, tra cui dovrebbe esserci il coprifuoco dalle 21 alle 5, si aggiungono una serie di provvedimenti proporzionati al rischio epidemico dei singoli territori.



Dopo aver ripetuto i dati già letti alla Camera, sottolineando che «il 94% dei contagiati sia in isolamento domiciliare», e quindi rimarcando la minore gravità della seconda ondata epidemica sulle ospedalizzazione, Conte ha annunciato che nei prossimi giorni il commissario Arcuri potrebbe dare avvio alla distribuzione di altri 1.789 ventilatori per le terapie intensive. «Oggi abbiamo una maggiore disponibilità di dispositivi di protezione individuale da distribuire alla popolazione. L’Italia è uno dei pochi Paesi al mondo in cui, ogni giorno, vengono distribuite gratuitamente 11 milioni di mascherine ai membri del mondo scolastico».

Situazione sostenibile per le terapie intensive

Conte ha voluto tranquillizzare l’uditorio sulla saturazione degli spazi dei presidi sanitari adibiti alla cura dei pazienti più gravi: «Non stiamo subendo un’insostenibile pressione nei reparti di terapia intensiva». Ma ha aggiunto: «Stiamo subendo, invece, un preoccupante aumento dei ricoveri nei reparti di sub-intensiva e negli altri reparti degli ospedali». Il presidente del Consiglio ha anche annunciato un maggiore impiego dei medici militari per le procedure necessarie al contenimento del contagio.

Un piano per la distribuzione dei vaccini

Conte ha poi detto che il ministero della Salute sta già elaborando un piano per la distribuzione dei vaccini, la quale partirà dalle persone più fragili: «Tra questi gli anziani, che hanno permesso il miracolo economico del Paese, proiettandolo tra i membri del G7». A questo appunto è seguito un applauso dell’aula. «Il quadro epidemiologico descritto – ha poi detto Conte – è in via di transizione verso uno scenario di tipo 4, con particolare riferimento ad alcune regioni che hanno già criticità nella tenuta del sistema sanitario».

Gradualità delle misure regionali

Conte ha fatto capire che auspica un impatto positivo delle misure del Dpcm del 24 ottobre sulla curva epidemica, «visibili tra 14 giorni». Ma poi ha subito precisato: «Dobbiamo ammettere che al momento non ci sono evidenze scientifiche che ci permettano di prognosticare l’impatto di queste misure. Alla luce dell’ultimo report dell’Istituto superiore di sanità, siamo costretti a intervenire in un’ottica di prudenza e applicare nuove misure per limitare il contagio, graduando la loro severità in base alla circolazione del virus e al rischio di tenuta dei servizi sanitari dei singoli territori».

Il lockdown totale non è necessario

Il presidente del Consiglio ha ribadito che i provvedimenti restrittivi saranno modulati sulla base di modelli scientifici elaborati dal ministero della Salute, dall’Istituto superiore di sanità e dalla conferenza delle Regioni. «Siamo nella condizione di cambiare strategia rapidamente su scala territoriale rispetto alla prima fase di marzo – in cui è stato necessario un lockdown totale -. Adesso disponiamo di un piano operativo e di monitoraggio. Questo sistema non si limita a misurare il tasso di contagiosità sui territori, ma elabora il flusso dei dati sulla base di 21 parametri, tra cui i più significativi riguardano contagi, saturazione degli ospedali, percentuale dei tamponi positivi, numero di focolai, cluster nelle Rsa. Questo sistema così articolato ci impone di intervenire in modo più mirato, stringere e allentare le misure su base territoriale».

Più potere al ministero della Salute e le misure nazionali

«Interverremo a più riprese in maniera più graduale, articolata e flessibile», ha ribadito Conte, sottolineando che suddetto piano è stato approvato anche dalle Regioni. «Se riproponessimo oggi un regime restrittivo su tutto il territorio nazionale, otterremo un duplice effetto negativo: non sortiremmo gli effetti desiderati sulla curva epidemica e finiremmo per imporre misure irragionevolmente restrittive in quelle aree del Paese dove al momento non è necessario intervenire con particolare severità».

Conte ha ripetuto più volte il concetto delle tre aree di rischio, dalla più grave alla migliore dal punto di vista epidemico. Con il nuovo Dpcm, basterà un’ordinanza del ministero della Salute per emanare le misure restrittive che riguarderanno le Regioni che rientrano nelle determinate fasce di rischio. Infine, per l’intero territorio nazionale, «al momento in fascia tre», il governo intende intervenire con le seguenti misure:

  • la chiusura nei giorni festivi e prefestivi dei centri commerciali;
  • la chiusura delle attività di scommesse;
  • la chiusura dei musei;
  • la limitazione a circa il 50% dei mezzi pubblici;
  • limitare gli spostamenti tra Regioni con diverso coefficiente di rischio;
  • coprifuoco nella fascia serale;
  • la possibilità che le scuole secondarie passino alla didattica a distanza al 100%.

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