Usa 2020. Trovano a Detroit un elettore nato nel 1829? I QAnon cercano prove, ma trovano bufale

di David Puente

Circola una schermata con dei dati che dimostrerebbero dei brogli elettorali a Detroit, ma è un servizio TV del 2019

Numerose sono le false prove portate avanti da chi pensa che ci siano stati dei brogli elettorali durante queste elezioni americane 2020 ai danni di Donald Trump. Alcuni utenti, infastiditi dai precedenti fact-checking, mi invitano «amorevolmente» a riportare le loro – appunto – «prove» come quella di una schermata di Fox2 in cui si sostiene che a Detroit, città dello Stato del Michigan dove risulta vincente Joe Biden, ci siano evidenti segni di brogli tanto che un votante risulterebbe nato nel 1823. Per amor di verità, riporto lo screenshot e la smentita.

Lo screenshot diffuso online per sostenere dei brogli nel 2020 a Detroit, ma è una fake.

L’immagine riporta un logo «PiterQTv» con la «Q» in evidenza, un chiaro riferimento all’area QAnon. Un logo aggiunto come firma alla schermata di Fox2 dove leggiamo anche la presunta presenza di votanti in eccesso rispetto al numero degli aventi diritto e oltre 2.500 persone decedute stranamente presenti nei conteggi. C’è un problema, la schermata è del 2019.

La smentita arriva direttamente da Fox2 Detroit, la fonte primaria di chi ha voluto diffondere la schermata per sostenere la propria tesi. Lo fa attraverso un articolo sul proprio sito dal titolo «Photo alleging Detroit voter born in 1823 is from 2019 lawsuit that’s been cleared up».

A diffondere una schermata simile è stato anche Aubrey Huff, giocatore di baseball, in un tweet del 4 novembre 2020:

Ecco, invece, il post dell’autore dello screenshot diffuso in Italia:

Elezioni USA 2020: #Biden è stato votato anche da persone che risultano avere 197 anni

Da 2500 persone morte

32 mila voti oltre quelli degli effettivi votanti

4788 voti duplicati

E questo in una sola città

Il post Facebook del QAnon «Piter Lazar» con lo screenshot del 2019 spacciato per un fatto del 2020.

Fox2 lancia un invito ai propri utenti alla fine dell’articolo: «Don’t believe everything you see on social media. It may be old, misleading, or a flat out lie. This one is old, the issues have been corrected, and is now being used to spread disinformation». In sintesi: non credete a tutto quello che vedete condiviso sui social media.

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David Puente