Usa 2020. «President Gore», la falsa prima pagina pro Trump smentita dal Washington Times

di David Puente

I sostenitori di Trump sostengono che ci sia un complotto mediatico per dare la vittoria a Biden, ma nel farlo accusano ingiustamente una testata amica

Non confondete il Washington Times con il Washington Post. Una doverosa premessa che ripetiamo ancora una volta visto che la prima testata, rispetto alla seconda, è nota per essere dispensatrice di notizie scorrette e fuorvianti, tanto che abbiamo trattato spesso i suoi contenuti sul Coronavirus nella sezione fact-checking di Open. Risulta strano come tale testata – che oggi parla di «presunto» Presidente Joe Biden – sia stata letteralmente utilizzata e strumentalizzata dai sostenitori del «complotto mediatico» sulla sconfitta di Donald Trump, ma questo è l’ennesimo caso in cui le tifoserie politiche non verificano a causa del bias di conferma rischiando il «fuoco amico».

I pro Trump sostengono che ci sia, appunto, un complotto dei media per portare Joe Biden alla Casa Bianca. Per dimostrarlo, cercando un «caso esemplare» da esibire al pubblico, pubblicano una finta prima pagina del Washington Times in cui si annuncia la vittoria mai avvenuta di Gore contro George W. Bush nel 2000. A pubblicare il fake è stato il responsabile della campagna elettorale di Trump, Tim Murtaugh.

L’immagine è un falso creato utilizzando la vera prima pagina della testata sostituendo il nome e la foto di Bush con quelli di Gore. Il fake non risulta però una creazione dello staff di Donald Trump, infatti la troviamo pubblicata su DeviantArt nel 2010.

Di fronte a tale strumentalizzazione, il Washington Times risponde pubblicamente via Twitter a Tim Murtaugh costringendolo a rimuovere il tweet contenente il fake.

Il tweet del WT che smentisce Tim Murtaugh e la campagna Pro Trump.

Che cosa è successo nel 2000 tra Gore e Bush?

I sostenitori di Trump stanno citano a sproposito le elezioni del 2000 che videro eletto il repubblicano George W. Bush e sconfitto il democratico Al Gore, convinti che il riconteggio dei voti abbia dato un risultato diverso da quello riportato dai media. C’è una enorme differenza tra quello che è successo nel 2000 e quello che invece è avvenuto nel 2020.

Un errore ci fu, eccome! I media inizialmente avevano annunciato la vittoria di Al Gore in Florida per una manciata di voti, ma il verdetto finale fu completamente ribaltato alle 2 di notte e tutti (Fox News, NBC, CNN e via andando) decretarono la vittoria a Bush con 271 grandi elettori, un solo voto più del necessario 270, contro i 266 del democratico. Chi aveva sbagliato, correndo troppo per «arrivare per primi sulla notizia», era corso ai ripari correggendo l’errore.

All’epoca Gore chiamò Bush per complimentarsi, ma il democratico lo richiamò per riferire al repubblicano che aveva cambiato idea perché qualcosa non quadrava. Infatti, alle 4 del mattino i democratici chiesero il riconteggio dei voti in Florida.

Il riconteggio in Florida venne avviato in automatico il giorno successivo al giorno delle elezioni, visto il risultato di quasi parità tra i due candidati, ma la battaglia legale durò quasi un mese. Alla fine, tra polemiche e casi eclatanti, 2.912.790 voti in Florida permisero a Bush di diventare Presidente contro i 2.912.253 ottenuti da Gore, una differenza di appena 537 voti.

Come possiamo vedere, ci sono delle sostanziali prime differenze tra il caso Bush vs Gore e il caso Trump vs Biden. Nel 2000 furono i democratici a contestare il voto, oggi Trump. Nel 2000 la differenza tra i due candidati era molto sottile (271 contro 266 grandi elettori), contrariamente a quella che stiamo assistendo nel 2020 (attualmente parliamo di 290 contro 214 grandi elettori). Nel 2000 i media avevano corso troppo, riportando erroneamente la sera delle elezioni la vittoria di Gore, mentre nel 2020 abbiamo dovuto aspettare parecchi giorni prima di leggere un titolo «President Biden».

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David Puente