L’email del San Raffaele di Milano dopo un post di Burioni sull’allarme Covid: «Abbia più rispetto. Non conosce la realtà dei nostri reparti»

di Giada Giorgi

In una nota ufficiale l’azienda e l’ateneo per il cui il virologo lavora si discostano da quanto dichiarato nell’ultimo post sul profilo Facebook dello scienziato

Il San Raffaele di Milano stavolta non ci sta e si dissocia dal professor Roberto Burioni. L’azienda e l’ateneo per cui il virologo lavora in qualità di docente ordinario, si discosta dalle ultime dichiarazioni scritte dallo scienziato sul suo attivissimo profilo Facebook. Per tre volte nel post in questione Burioni scrive «Basta bugie». Un invito accorato nei confronti di medici e operatori sanitari a non divulgare false notizie sulle condizioni attuali dei pronto soccorso. Il punto è che le notizie false di cui parla Burioni sarebbero quelle relative al sovraccarico dei reparti d’emergenza anche e soprattutto per l’arrivo di persone «in preda al panico». Per il professore il racconto potrebbe essere «anche vero» ma poi si chiede «quelle centinaia di persone che finiscono ogni giorno al cimitero a causa di Covid-19, sono spinte dal panico?», concludendo con un imperativo «basta bugie».



Di tutta risposta la nota arrivata da parte del Gruppo San Donato e dall’università Vita-Salute San Raffaele sembra non esprimere stavolta una vicinanza di idee con il celebre nome della loro struttura. «Ci discostiamo dal pensiero del professore, in quanto le sue considerazioni sono del tutto infondate» si spiega nel testo, sottolineando come Burioni non sia a conoscenza «della realtà clinica che si vive nei pronto soccorso e nei reparti Covid». Una replica piuttosto chiara che pur riconoscendo «l’autonomia di espressione» del professor Burioni rispetto alla sua azienda e alla sua università, invita lo scienziato «a considerazioni più rispettose della verità e del lavoro altrui».

A confermare quanto sostenuto dallo staff del San Raffaele anche una lettera datata 2 novembre inviata, secondo quanto riportato da la Repubblica, dalla responsabile comunicazione del gruppo ai suoi esponenti più influenti dal punto di vista dei media, tra cui Fabrizio Pregliasco e Alberto Zangrillo. Il documento circolato poi in ambiente medico sottolineerebbe come «la curva dei contagi sia in crescita, ma soprattutto quella relativa ai pazienti meno gravi». La lettera continuerebbe a questo proposito in maniera chiara: «Si raccomanda ai divulgatori legati al San Raffaele di ricordare che ogni giorno in Italia continuano a esserci 650 decessi per infarto e 450 per tumori». E che «tra qualche mese rischiamo di avere più morti per queste patologie, piuttosto che per Covid».

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