Tre regioni chiedono la zona arancione in tutta Italia. Sul tavolo lo stop all’asporto dopo le 18

di Fabio Giuffrida

Concluso il vertice tra governo e regioni. Lombardia, Campania e Friuli Venezia Giulia spingono per un’unica fascia in tutta Italia

Si è conclusa la riunione tra governo e Regioni nel corso della quale si è parlato delle nuove misure restrittive che entreranno nel nuovo Dpcm anti-Covid in vigore dal 16 gennaio. Un incontro a cui hanno partecipato il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia, il ministro della Salute Roberto Speranza, i rappresentanti di Anci e Upi. La richiesta più importante è stata, senza dubbio, quella avanzata da Lombardia, Campania e Friuli Venezia Giulia: i presidenti delle tre Regioni avrebbero chiesto al governo che l’Italia diventi un’unica zona arancione. «Non ho chiesto la zona arancione per tutta Italia ma un criterio uguale per tutti che non insegua la suddivisione in zone», ha precisato subito dopo Attilio Fontana.


Cosa vuole fare il governo

Il governo, dal canto suo, ha fatto sapere di voler intervenire il prima possibile sugli indici di rischio per facilitare gli ingressi in zona arancione delle regioni a rischio alto. Questa la proposta del ministro Speranza che ha ribadito di voler mantenere il modello delle fasce e che sarà confermato nel nuovo Dpcm l’abbassamento della soglia dell’indice Rt. Con 1 si va in arancione e con 1,25 in zona rossa.


Sì al divieto di ospitare a casa più di due persone

Il vaccino «è una speranza» – ha spiegato Speranza – ma le misure sono ancora necessarie «a evitare un aumento incontrollato» dei contagi. Tra l’altro, senza le misure restrittive introdotte per le vacanze di Natale, «avremo altri numeri». Ora, invece, «avrebbe senso» confermare il divieto di ospitare a casa più di due parenti o amici visto che «si è dimostrata una norma ragionevole che ha funzionato nel periodo natalizio».

Divieto di asporto per i bar dopo le 18

Il governo, poi, ha confermato di voler introdurre nel Dpcm il divieto per i bar di vendere cibi e bevande da asporto dopo le 18 mentre il ministro Boccia ha promesso che tutte le attività chiuse «verranno ristorate».

La zona bianca

Il nuovo Dpcm – ormai sembra essere chiaro – non arriverà prima del 14 gennaio. Dopo il confronto di oggi con le Regioni (il prossimo sarà giovedì), il ministro della Salute – probabilmente già domani, 12 gennaio – illustrerà le misure al Parlamento. Solo a quel punto si arriverà al provvedimento definitivo. Tra i temi più caldi ci sono l’istituzione di una zona bianca e il blocco degli spostamenti tra regioni anche nelle zone gialle. Esclusi i weekend in zona arancione. Le palestre dovrebbero restare chiuse a gennaio, musei verso la riapertura nelle regioni gialle mentre niente da fare per cinema e teatri.

La zona rossa

Salta, invece, il criterio del rapporto positivi-abitanti, ovvero l’ipotesi di far scattare automaticamente la zona rossa nei territori in cui si registrano 250 casi settimanali ogni 100mila abitanti. A frenare non solo il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini ma anche il ministro della Salute. Il rischio sarebbe stato quello di disincentivare il ricorso ai tamponi da parte delle Regioni.

Secondo il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, le modiche che il governo propone per restringere i criteri e rendere più facile l’accesso alla zona arancione o rossa «hanno un senso se si basano su criteri oggetti e misurabili» come il tasso di occupazione dei posti letti che «è il dato meno manipolabile e di più chiara comprensione». «Nelle misure da confermare o rivedere con il prossimo Dpcm, ho chiesto di non prorogare la misura di applicare la fascia arancione nei fine settimana per tutti, lasciando a ogni Regione le misure relative alla rispettiva fascia di appartenenza», ha concluso.

I vaccini

Infine sulle vaccinazioni, ha detto il presidente dell’Anci Antonio Decaro, «occorre una macchina organizzativa veloce ed efficiente. E, se necessario, intervenga l’esercito». Quando scatterà la seconda fase, e dunque ci saranno più vaccini a disposizione, «sarà indispensabile provvedere a una somministrazione tempestiva, prevedendo turni anche di notte se serve».

Foto in copertina di repertorio: ANSA/MOURAD BALTI TOUATI

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