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Il Consiglio di Stato approva la sperimentazione sui macachi: la scienza vince contro la propaganda

29 Gennaio 2021 - 14:33 Juanne Pili
Finisce il calvario mediatico e giuridico contro una ricerca tutta italiana

Sono oltre 200 mila ogni anno i pazienti affetti da lesioni cerebrali dovute a ictus e altri problemi vascolari. Queste portano del tutto o in parte alla cecità tra il 45% e il 70% dei pazienti. Il progetto LightUp condotto nelle università di Torino e Parma, aveva ottenuto l’autorizzazione del European research council e del suo comitato etico, ricevendo quindi dei finanziamenti, al fine di studiare questo genere di lesioni in un piccolo gruppo di macachi.

Dopo un paio d’anni di altalenante calvario giudiziario, tra pressioni e minacce dalle frange animaliste più estreme e due pronunciamenti negativi del Consiglio di Stato, finalmente la sua Terza sezione riconosce la validità del progetto, che può così riprendere i lavori.

È valsa la pena di perdere tutto questo tempo? Le autorizzazioni il progetto le aveva già, da parte dei principali enti competenti, nel rispetto delle norme sulla tutela degli animali, già molto più rigide nel nostro Paese, rispetto al resto dell’Unione. Tali limiti, infatti, ci costeranno una procedura di infrazione.

Contrariamente da quanto sostengono diverse associazioni animaliste, con in testa la LAV (Lega AntiVivisezione), i ricercatori non rendono ciechi gli animali. Anzi, proprio il fatto che non subissero conseguenze nel campo visivo a seguito di piccole lesioni praticate alla loro corteccia cerebrale, è la ragione che ha portato i professori Marco Tamietto e Luca Bonini a ideare il progetto. Questo però non è bastato.

Coordinamento Macachi Liberi | Lo striscione all’Università di Parma.

Le alterne vicende del progetto LightUp, tra minacce e sentenze

Nell’ottica di chiedere un annullamento al TAR del progetto, la LAV esegue una richiesta di accesso agli atti al Ministero della Salute, ottenendo informazioni sensibili su LightUp e i ricercatori responsabili. Parallelamente tali informazioni sono risultate – non si sa con certezza come – in possesso di altre frange animaliste più estreme. Sarà la stessa rivista Science a denunciare il 21 agosto 2019, una presunta fuga di informazioni dal Ministero.

Due giorni dopo Tamietto riceverà un proiettile per posta, accompagnato da un messaggio minatorio: «Non sei un ricercatore, sei un assassino. Colpiremo duro te e la tua famiglia». LAV si dissocia dalle vessazioni subite dai ricercatori. L’imbarazzo accresce quando saltano fuori diversi indizi di una presunta vicinanza tra l’Associazione e diverse sigle di frange estremiste del mondo animalista. La veterinaria e debunker Giulia Corsini, a seguito della denuncia di questi indizi, riceve presto una shitstorm in rete.

Una manifestazione contro il progetto LightUp

A tutto questo si aggiungono le pressioni di LAV sulla stampa. A dicembre viene trasmesso un servizio del TG2 che di fatto fa eco a diversi falsi miti sul progetto LightUp, basate sulla sola versione degli animalisti. Quando in una operazione di routine il Ministero libera alcuni macachi, diversi quotidiani derubricano il fatto come il segno di una condanna della Sperimentazione animale da parte delle Istituzioni, sempre dando corda alla versione distorta delle associazioni animaliste.

A subire l’influenza di queste pressioni sembrano essere anche gli enti giuridici. Il 30 gennaio 2020 il Consiglio di Stato, presieduto da Franco Frattini, sospende in via cautelare il progetto LightUp. Il Ministero non sarebbe stato in grado di dimostrare l’inesistenza di metodi alternativi alla Sperimentazione animale, nonostante questo contraddica le autorizzazioni ottenute dai comitati etici a livello europeo e nazionale.

Da sinistra a destra i professori Marco Tamietto e Luca Bonini, oggetto di pesanti minacce da parte degli animalisti.

Un animalista al Consiglio di Stato?

Comincia un’altalena estenuante. LightUp deve fermarsi e riavviarsi a fasi alterne. Il primo giugno il TAR del Lazio respinge la domanda di annullamento della LAV. Segue un ulteriore pronunciamento del Consiglio di Stato che torna a sospendere il progetto. Cominciano intanto a emergere alcuni dubbi sulla imparzialità del giudice Frattini. Risulta infatti vicino alle idee animaliste, come appare anche da diversi interventi online, intrisi da presunti bias ideologici.

Un commento poco imparziale del giudice Franco Frattini sulla Sperimentazione animale.

Finalmente arriva il pronunciamento della Terza sessione del Consiglio di Stato. Doveva tener conto di una relazione affidata all’IRCCS «Fondazione Bietti» e ai professori Mario Stirpe ed Enrico Garaci – su richiesta di Frattini – Hanno risposto ad alcuni dubbi sulla validità etica del progetto. Come accennavamo, non sussistevano affatto. Esisteva già a monte l’approvazione di tutti gli enti competenti, in Italia e in Europa.

La sentenza del 28 gennaio 2021 è arrivata al culmine di una vicenda costellata da azioni di lobbying sulla stampa, minacce ai ricercatori (tanto da dover necessitare di una scorta), disinformazione sulla Sperimentazione animale e la presunta pratica delle «vivisezione», già illegale, e le ombre sulla imparzialità del giudice Frattini. Alla fine la Scienza ha vinto. Cosa che purtroppo non era del tutto scontata.

Marco Tamietto (progetto LightUp), fermato da un gruppo di animalisti: «stiamo cercando il Dottor Mengele».

Marco Tamietto: sul nostro progetto una sola verità, ed è gratis

«Si chiude una vicenda dolorosa, lunga, dove per fortuna hanno prevalso le ragioni della ricerca – spiega Tamietto – Però a che prezzo! Abbiamo passato questi venti mesi sotto attacco e in ostaggio di una reazione negazionista alimentata da una retorica del complotto. Un tema importante che ha a che fare con il rapporto tra giustizie amministrative e i metodi con cui la scienza valuta i progetti, le procedure e la loro sostenibilità etica».

Come è stata accolta la notizia nella stampa e in rete?

«Naturalmente tra ieri e oggi sono riprese una valanga di minacce e insulti su Facebook e per eMail – continua il Professore – E’ indispensabile una normativa sull’odio in rete e anche norme nuove che introducano il reato di ecoterrorismo, come avvenuto in Inghilterra col governo di Tony Blair per contrastare le associazioni animaliste violente. Mi sono molto rammaricato di aver visto sulla Stampa e il Corriere della Sera degli articoli a pagamento, per inserire una pagina di affermazioni fuorvianti sul nostro progetto, da parte di associazioni negazioniste del valore della ricerca e della sperimentazione animale, per le conoscenze e le cure delle persone. Invece Repubblica e la Gazzetta di Parma si sono rifiutate. per propagandare la loro retorica e le loro bugie hanno dovuto pagare migliaia di euro».

«Ci sono ancora dei temi importanti da risolvere: uno è il sostegno alla ricerca in questo Paese, anche dal punto di vista normativo, perché non venga tenuta sotto scacco per mesi a seguito di ricorsi infondati in fatto e in diritto. E vanno immediatamente eliminati i divieti insensati sulle sostanze da abuso e gli xenotrapianti, per esempio, che sono in contrasto con la normativa europea, e ci costerebbero soltanto altre tasse da parte dei contribuenti».

Mai come oggi in piena pandemia abbiamo capito l’importanza della sperimentazione animale, nella ricerca sui farmaci e i vaccini.

«Soprattutto l’ultima parte sulle dosi e l’efficacia clinica è stata fondamentale la ricerca anche sui primati non umani – conclude Tamietto – bisogna procedere anche detassando l’attrezzatura da laboratorio, visto che reagenti e strumentazioni vengono tassati come se fossero beni di lusso. Infine, è impensabile che associazioni negazioniste, come la LAV, tengano in ostaggio il Ministero della salute per un anno e mezzo e vengano riconosciute dal Ministero stesso e dal Ministero della istruzione come “enti morali”».

«Naturalmente tra ieri e oggi sono riprese una valanga di minacce e insulti su Facebook e per eMail», Marco Tamietto. Screen tratto dal post Facebook del noto animalista Enrico Rizzi.

Elena Cattaneo: «la scienza ha vinto sulla propaganda»

La Senatrice a vita Elena Cattaneo, prima di tutto una scienziata, che da sempre si è battuta per abbattere i limiti iniqui alla Sperimentazione animale, aveva seguito fin dagli inizi il calvario mediatico e giudiziario del progetto LightUp. Oggi può festeggiare assieme a Tamietto e Bonini la vittoria della Scienza contro la propaganda, che ancora rallenta il progresso in altri campi importanti: pensiamo all’implementazione della rete 5G, lo studio sugli embrioni e le varie sentenze schock sui presunti danni da vaccini.

ANSA/ CLAUDIO ONORATI | La professoressa e senatrice a vita Elena Cattaneo.

«Si chiude oggi una triste pagina giuridica del nostro Paese che si sarebbe potuta concludere sul nascere anni fa – continua Cattaneo – L’Italia ha riconquistato un prestigioso progetto di ricerca, vincitore di un bando dello European research council (Erc), e i ricercatori la dignità di un lavoro faticoso, difficile, necessario, essenziale per continuare a costruire la speranza di nuove strade di conoscenza e cura. È importante che le ragioni e il rigore delle valutazioni scientifiche proposte dai ricercatori, i professori Marco Tamietto e Luca Bonini, abbiano prevalso sulla propaganda».

«Restiamo ora in attesa di leggere le motivazioni della decisione del Consiglio di Stato – conclude la Senatrice – e resterà necessario approfondire le circostanze anche extragiuridiche che hanno accompagnato le varie fasi di questo anomalo processo alla scienza».

Foto di copertina: Il progetto LightUp di Marco Tamietto e Luca Bonini.

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