Vaccini, somministrate oltre 2,5 milioni di dosi. L’efficacia di AstraZeneca sulla variante sudafricana sotto la lente dell’Oms

Secondo gli ultimi dati del ministero della Salute, è stato utilizzato l’87,7% delle forniture a livello nazionale. L’Iss ha pubblicato le Faq sulle varianti

Sono 2.535.295 le dosi di vaccino anti-Coronavirus somministrate in tutta Italia ad oggi, domenica 7 febbraio. Secondo i dati forniti dal ministero della Salute, il totale delle persone vaccinate anche con il richiamo è salito a 1.115.022. Il sito web del ministero riporta inoltre un totale di 2.890.575 vaccini distribuiti, dato che non tiene ancora conto dell’arrivo delle fiale di AstraZeneca. Al momento è stato utilizzato l’87,7% delle forniture (ieri era l’85,8%).


Sempre per quanto riguarda il preparato di AstraZeneca, Maria Van Kerkhove, responsabile tecnico dell’Oms per il Covid-19, ha detto in un’intervista alla Cbs che il gruppo di esperti indipendenti dell’organizzazione si riunirà lunedì 8 febbraio per discutere di questo tipo di vaccino, e per valutare la sua efficacia rispetto alla variante Covid sudafricana. L’esperta ha puntualizzato: «Ci sono alcuni studi preliminari che suggeriscono una ridotta efficacia. Ma non sono stati ancora completamente pubblicati».


Al momento sono tre le varianti Covid che vengono monitorate dall’Istituto superiore di sanità, che ha pubblicato delle apposite Faq sull’argomento. In tutti e tre i casi il virus presenta mutazioni sulla cosiddetta proteina spike, quella con cui “si attacca” alle nostre cellule. Ecco nel dettaglio le tre varianti:

  • La variante inglese (VOC 202012/01) è stata isolata per la prima volta nel settembre 2020 in Gran Bretagna, mentre in Europa il primo caso rilevato risale al 9 novembre 2020. È monitorata perché ha una trasmissibilità più elevata, ipotizzata anche una maggiore patogenicità, ma al momento non sono emerse evidenze di un effetto negativo sull’efficacia dei vaccini.
  • La variante sudafricana (501 Y.V2) è stata isolata per la prima volta nell’ottobre 2020 in Sud Africa, mentre in Europa il primo caso rilevato risale al 28 dicembre 2020. È monitorata perché ha una trasmissibilità più elevata, e perché dai primi studi sembra che possa diminuire l’efficacia del vaccino. Si studia se possa causare un maggior numero di reinfezioni in soggetti già guariti da COVID-19.
  • La variante brasiliana (P.1) è stata isolata per la prima volta nel gennaio 2021 in Brasile e Giappone. Alla data del 25 gennaio 2021 è stata segnalata in 8 paesi, compresa l’Italia. È monitorata perché ha una trasmissibilità più elevata e perché dai primi studi sembra che possa diminuire l’efficacia del vaccino. Si studia se possa causare un maggior numero di reinfezioni in soggetti già guariti da Covid-19.

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