Dall’inizio della campagna vaccinale, il 31 dicembre 2020, le somministrazioni in Italia hanno superato quota 4 milioni e mezzo. Per l’esattezza, il siero è stato iniettato 4.540.876 volte su un totale di 6.542.260 vaccini distribuiti agli hub regionali. Ad avere ricevuto anche la seconda dose sono però 1.447.660 persone, e solo con il richiamo è possibile ottenere una protezione completa dal Coronavirus. Nell’ultima conferenza stampa di Palazzo Chigi, il presidente del Css Franco Locatelli ha comunque offerto rassicurazioni circa questo aspetto: «Per quanto riguarda i soggetti che sono stati già infettati in passato da Sars-Covid 2 – ha detto il professore – ci sarà una sola dose di vaccino in quanto l’infezione svolge di fatto un ruolo di priming – ha precisato -. Questo con la sola eccezione dei soggetti immunodepressi».
Intanto, continua a crescere il numero delle persone che hanno ricevuto una dose di farmaco anti-Covid tra le categorie più a rischio, ovvero quelle che hanno diritto prioritario ad accedere al vaccino. Fino a questo momento, le somministrazioni sono state così distribuite: 2.371.361 dosi sono andate agli operatori sanitari e sociosanitari, 763.262 al personale non sanitario, 408.611 agli ospiti di strutture residenziali, 716.597 agli over ottanta, 75.607 alle forze armate, 205.438 al personale scolastico.
La fascia d’età che ha ricevuto più dosi di siero, stando all’ultimo report del governo, è quella che va dai 50-59 anni, seguita da quella va dai 40-49 anni e da quella che va dagli 80-89 anni. Tra loro, ci sono 2.802.524 donne e 1.738.352 uomini. Tra le regioni più virtuose sul fronte delle somministrazioni troviamo ancora il Piemonte, la Toscana e la Valle d’Aosta. Il vaccino più diffuso resta quello di Pfizer/Biontech che è stato somministrato 4.537.260 volte, quello di Astrazeneca 1.512.000, e quello di Moderna 493.000 volte.

Verso il via libera dell’Ema a Johnson&Johnson?
Nel frattempo arriva la notiza di una riunione straordinaria convocata dall’Agenzia europea del farmaco. Si tratta di un vertice del suo comitato per i Medicinali per uso umano fissato per l’11 marzo «per prendere in considerazione l’autorizzazione del vaccino» Johnson&Johnson. Come ha fatto sapere l’Ema in una nota, «quel giorno potrebbe essere emesso un parere sull’autorizzazione all’immissione in commercio di questo vaccino, a condizione che i dati presentati sulla qualità, la sicurezza e l’efficacia siano sufficientemente solidi e completi e che qualsiasi informazione aggiuntiva richiesta per completare la valutazione sia prontamente presentata».
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