Una giornalista accusa di molestie il governatore di New York Cuomo: è la settima donna

Il governatore continua a dichiararsi innocente. Ma sono sempre più i democratici che chiedono le sue dimissioni

Durante la prima ondata del Coronavirus era diventato il simbolo di un partito democratico che non si lasciava trascinare dall’aperturismo negazionista di Donald Trump. Adesso Andrew Cuomo, governatore dello stato di New York dal 2011, accusato di molestie da sette donne, ha perso la fiducia del partito di Joe Biden. L’ultima accusa è da parte di una giornalista del magazine del New York Times, Jessica Bakeman, che ha raccontato di essere stata più volte molestata dal governatore agli inizi della sua carriera quando seguiva la politica. Secondo Bakeman durante un evento nel 2014 Cuomo l’aveva invitata a non andarsene per poi stringerla a sé, mettendole una mano dietro e una sul fianco. «Io non volevo avere le sue mani sul mio corpo», ha scritto la giornalista, che all’epoca aveva 25 anni, ovvero meno della metà rispetto al governatore.


Scaricato dal partito, Cuomo si difende

Cuomo è sempre più in un angolo. La giornata di venerdì è iniziata con una dichiarazione congiunta da parte di una dozzina tra deputati e senatori democratici che chiedevano le sue dimissioni, ed è finita con una dichiarazione da parte del senatore Chuck Schumer, leader dei democratici al Senato nonché senatore per lo stato di New York, che faceva altrettanto citando «le molteplici e credibili accuse di molestie sessuali e di cattiva condotta». Il presidente Biden, per il momento, si è limitato a dire tramite la sua portavoce che le vittime andrebbero ascoltate e l’inchiesta deve andare avanti. Nel frattempo Cuomo, nato nel Queens, avvocato di formazione e governatore del New York dal 2011, una posizione che aveva “ereditato” da suo padre, Mario Cuomo (governatore dello stesso stato dal 1983 al 1994), ha rifiutato di nuovo di dimettersi.


In una conferenza stampa organizzata in fretta e in furia dopo il comunicato dei colleghi democratici che chiedevano la sua testa, Cuomo si è dichiarato innocente e ha accusato i deputati e senatori di volersi liberare di lui senza conoscere i fatti, semplicemente: «per convenienza politica» e in quanto succubi, secondo Cuomo, della «cancel culture», ovvero di quell’insieme di comportamenti che hanno come obiettivo l’allontanamento di persone accusate di comportamenti immorali, come appunto le aggressioni sessuali. «Le persone conoscono la differenza tra il gioco politico, l’assuefazione al cancel culture, e la verità» ha dichiarato Cuomo che in precedenza si era scusato per alcuni commenti «insensibili o indiscreti».

Le accuse di molestie

Le accuse non mancano nel caso di Cuomo. Diverse donne, alcune delle quali dipendenti o ex dipendenti dello stato di New York hanno denunciato comportamenti giudicati inappropriati da parte del governatore. Lo scorso mese, Lindsey Boylan, ex amministratrice locale, ha dichiarato che nel corso di alcuni anni durante i quali aveva lavorato per lo stato di New York, Cuomo l’aveva toccata più volte in modo inappropriato, arrivando a baciarla durante un incontro nel suo ufficio a Manhattan. Dopo la sua denuncia sono cominciate ad arrivare accuse da altre donne, come Charlotte Bennett, ex assistente 25enne del governatore, secondo cui Cuomo le avrebbe chiesto più volte dettagli sulla propria vita sessuale, o Anna Ruch, 33 anni, che accusa Cuomo di averla toccata e aver tentato in modo insistente di baciarla a un matrimonio.

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