Covid, le nuove linee guida del governo: punti vaccinali aperti 12 ore al giorno per somministrare 672 dosi, una ogni 10 minuti

Intanto il ministro della Salute Roberto Speranza ha bacchettato le regioni chiedendo che rispettino tutte il piano vaccini del commissario Figliuolo

Le linee del governo sembrano essere chiarissime: 672 vaccinazioni anti-Covid al giorno nei punti vaccinali territoriali straordinari più grandi dove saranno previste 8 linee di somministrazione. Dovranno restare aperti per 12 ore (fino a 8 nei punti mobili): all’interno è stata prevista una permanenza di circa 10 minuti «dall’ingresso alla vaccinazione eseguita». Lo prevede un documento che domani, 25 marzo, verrà illustrato dai tecnici del governo alle Regioni. Si parla di un piano definito «non vincolante» ma che ha lo scopo di «suggerire un modello organizzativo, funzionale e omogeneo» che «possa essere di riferimento per l’incremento della capacità vaccinale sul territorio».


Il Commissario straordinario per l’emergenza Francesco Figliuolo ha anticipato poi che verrà trasmesso alle regioni un documento dal titolo Proposta su nuove percentuali di ripartizione dei vaccini. Secondo queste nuove linee guida, chiesti dagli stessi governatori, i vaccini varranno distribuiti in base alla popolazione residente e non più sulla base delle liste della popolazione target usate fino a questo momento.


Trasparenza su tutti i dati

Il premier Mario Draghi ha annunciato – nel corso delle comunicazioni alla Camera in vista del Consiglio Ue – che questa settimana verranno resi noti tutti i dati sui vaccini sul sito della Presidenza del Consiglio dei ministri, «regione per regione ma anche categoria di età per categoria di età», nell’ottica di una massima trasparenza. Intanto si registra la stoccata del ministro della Salute Roberto Speranza che, durante il question time alla Camera, ha bacchettato le regioni chiedendo loro di rispettare il piano vaccini del commissario Figliuolo: «Il governo attraverso il commissario segue con la massima attenzione tutto quello che succede a livello nazionale ed è pronto in ogni occasione a offrire il massimo supporto alle regioni che sono tenute ad attenersi al piano che abbiamo condiviso assieme».

Le parole del premier Draghi

«Parlo di pragmatismo in senso positivo nei confronti dell’Ue, non metto la ricerca di altre strade prima. L’Italia ha mostrato che la sua azione è fondata su tre pilastri: il rispetto degli accordi da parte delle multinazionali dei vaccini, le sanzioni se questi accordi non sono rispettati, la pronta sostituzione dei vaccini mancanti con altri tipi di vaccino», ha detto il premier alla Camera, in vista del Consiglio Ue. «Sui vaccini la scelta europea credo sia stata giusta – ha aggiunto – ed è facile col senno di poi criticare le scelte fatte in un periodo mai sperimentato prima, bisognava ancora imparare e stiamo ancora imparando. Però la delusione dei cittadini europei è stata grande, non so se ci sono stati errori, la Commissione europea si è difesa, non ha tanta importanza. Bisogna avere umiltà di giudizio e guardare al futuro: le cose vanno meglio», ha concluso.

Foto in copertina: EPA/RODRIGO JIMENEZ

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