L’Ema indaga sul vaccino Johnson & Johnson per 4 casi di presunte trombosi negli Stati Uniti

Per l’Agenzia europea del farmaco non è chiaro se esista un’associazione causale tra il vaccino e l’evento tromboembolico

Il 9 aprile 2021 il Comitato di valutazione rischi dell’EMA (PRAC) annuncia di aver avviato un’indagine su 4 presunti eventi tromboembolici, di cui uno fatale, segnalati negli Stati Uniti a seguito della vaccinazione anti Covid19 Janssen di Johnson & Johnson. Come per AstraZeneca, entrambi approvati dalla stessa EMA per la somministrazione nella Comunità europea, anche in questo caso non c’è alcuna certezza che provi un nesso causale tra il vaccino e l’evento tromboembolico. In Italia potrebbe essere somministrato a partire dal 16 aprile.


L’EMA è un organo scientifico che ha il compito di valutare scientificamente i rischi e i benefici di un farmaco, in particolar modo i vaccini anti Covid19 di cui abbiamo bisogno. Per quanto riguarda questi 4 casi segnalati negli Stati Uniti, a fronte di circa 5 milioni di somministrazioni, la stessa PRAC afferma che «attualmente non è chiaro se esista un’associazione causale tra la vaccinazione con il vaccino Covid-19 Janssen». Essendo anche in questo caso eventi estremamente rari di fronte a un numero elevatissimo di somministrazioni, rischiamo di trovarci in un’altra gogna mediatica insensata contro un vaccino per il quale potrebbero essere necessari anni e anni di studi per scoprire o meno un nesso.


Tuttavia, la stessa EMA era a conoscenza di un eventuale problematica come riportato nei documenti pubblici sul vaccino di Johnson & Johnson. Secondo quanto riportato nel documento pubblicato l’undici marzo 2021 (EMEA/H/C/005737) sarebbero stati osservati durante la sperimentazione 11 presunti eventi tromboembolici nel gruppo nel quale è stato utilizzato il prodotto e altri 4 nel gruppo del placebo. La maggior parte dei partecipanti presentava condizioni quali l’obesità, ipotiroidismo e diabete che risulterebbero essere a rischio di eventi trombotici e tromboembolici.

La tecnica utilizzata per la produzione del vaccino Janssen è simile a quella usata anche nei vaccini di AstraZeneca e Sputnik, tutti basati sull’utilizzo di un altro virus modificato per contenere il gene per la produzione di una proteina presente nel Sars-Cov-2. Stiamo parlando di un adenovirus che, in condizioni molto estreme potrebbe causare eventi tromboembolici: essendo dei vaccini da somministrare in via intramuscolare, questo non deve essere in alcun modo e nella maniera più assoluta somministrato per via endovenosa. Sono situazioni estreme già note, come riportato in uno studio pubblicato nel 2007 dal Journal of Virology dell’American Society for Microbiology. Perché ciò avvenga dovreste trovare un operatore sanitario estremamente incompetente.

Dovessimo andare a cercare ulteriori esempi di eventi tromboembolici e di avvertenze su presunti casi riscontrati a seguito di una vaccinazione, qualsiasi sia il prodotto somministrato, basterebbe andare a leggere una Guida alle controindicazioni alle vaccinazioni pubblicata nel 2018 dall’Istituto Superiore di Sanità (dove gioca un ruolo la farmacovigilanza attraverso le segnalazioni spontanee di presunti eventi avversi) dove leggiamo una nota in merito al vaccino MPRV:

Nota: nei soggetti che hanno avuto un episodio di trombocitopenia entro 6 settimane dalla vaccinazione MPR o MPRV, deve essere valutata la possibilità di evitare la somministrazione di una seconda dose (9,19,68). Per una migliore valutazione dei benefici e dei rischi di queste persone è opportuno eseguire il dosaggio degli anticorpi antimorbillo e, per le donne, anche degli anticorpi antirosolia, e vaccinare solo le persone suscettibili (9,19,61).

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