Ridurre la disuguaglianza, la povertà e l’esclusione sociale. Sono questi alcuni dei punti evidenziati da Mario Draghi nella bozza – ottenuta in esclusiva da Il Foglio – nella sua introduzione al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Il Recovery Plan sarà presentato il 28 e il 29 aprile alle Camere, prima della scadenza per l’invio alla Commissione europea, fissata per il 30 aprile. «L’Unione europea ha risposto alla crisi pandemica con il Next Generation Eu (Ngeu). E’ un programma di portata e ambizione inedite, che prevede investimenti e riforme per accelerare la transizione ecologica e digitale; migliorare la formazione delle lavoratrici e dei lavoratori; e conseguire una maggiore equità di genere, territoriale e generazionale», scrive Mario Draghi. «Per l’Italia – aggiunge – il Ngeu rappresenta un’opportunità imperdibile di sviluppo, investimenti e riforme».
Draghi: «Il Ngeu può essere l’occasione per riprendere un percorso di crescita economica sostenibile e duraturo»
Riforme che secondo il premier devono puntare alla modernizzazione della pubblica amministrazione, oltre a rafforzare il sistema produttivo e intensificare gli sforzi nel contrasto alla povertà, all’esclusione sociale e alle disuguaglianze. «Il Ngeu può essere l’occasione per riprendere un percorso di crescita economica sostenibile e duraturo rimuovendo gli ostacoli che hanno bloccato la crescita italiana negli ultimi decenni», osserva il presidente del Consiglio. L’Italia – ricorda Draghi – è la prima beneficiaria, in valore assoluto, dei due principali strumenti del Next Generation. Ovvero del Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (Rrf) e il Pacchetto di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori di Europa (React-Eu). Il primo – osserva il premier – «garantisce risorse per 191,5 miliardi di euro, da impiegare nel periodo 2021-2026, delle quali 68,9 miliardi sono sovvenzioni a fondo perduto».
Il piano è articolato in 6 missioni e 16 componenti
Fondi che, sottolinea il premier, saranno usati per mettere in pratica un piano che si articola in sei missioni e 16 componenti. Le sei missioni sono: «digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute». La quota di progetti verdi è invece pari al 38% del totale. «Il 40 per cento circa delle risorse del Piano sono destinate al Mezzogiorno, a testimonianza dell’attenzione al tema del riequilibrio territoriale».
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