Non solo i Paesi membri, anche la Commissione europea vorrebbe posticipare la scadenza sul Recovery Fund

Oggi Ursula von der Leyen si riunisce con la task force incaricata di assistere i paesi nella redazione dei loro piani nazionali di ripresa. Al vaglio l’ipotesi di allungare la scadenza del 30 aprile

Oggi la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen si riunisce con la task force per il Recovery Fund incaricata di assistere i paesi dell’Unione europea nella redazione dei loro piani nazionali di ripresa. Von der Leyen e il suo staff faranno il punto sui progressi prima della scadenza del 30 aprile per la consegna dei documenti finali. Ma la Commissione non sembra più dell’idea che bisogna attenersi rigidamente alla scadenza, sostenendo che dare più tempo alle Capitali potrebbe consentire ai governi di presentare Recovery Plan migliori, il che «renderebbe molto più facile per la Commissione approvare i piani e pagare il finanziamento dopo la valutazione del Consiglio», ha detto Eric Mamer, il portavoce di Von der Leyen.


Scadenza, quale scadenza?

«La qualità del piano nazionale per accedere al Next Generation EU» conta di più della tempistica, che non va sovrastimata. Se il piano è di maggiore qualità «sarà più facile e più veloce approvarlo», ha detto Mamer rispondendo ad una domanda sulla scadenza del 30 aprile. Viste le recenti performance della Commissione, difficile non fare ironia. 


La sensazione è che i funzionari di Bruxelles si trovino nella condizione di non riuscire a valutare in meno di tre mesi una mole di programmi macroeconomici così complessi. Un’altra portavoce della Commissione ha inoltre spiegato che nessun Paese ha ancora presentato un piano definitivo, e che al momento sono 26 i governi che hanno presentato una bozza. Il problema però è per i paesi che hanno un bisogno più urgente di accedere a quelle risorse, con Spagna, Grecia, Portogallo e Francia che avrebbero chiesto alla Commissione di dare la propria valutazione in tempi più brevi. Inoltre, solo la settimana scorsa il commissario al bilancio, Johannes Hahn, aveva detto che gli Stati membri più veloci ad approvare i rispettivi piani incasseranno prima degli altri la rata iniziale di aiuti.

Perciò, tra chi dice che è meglio prendersi tutto il tempo necessario, e chi di fare presto per incassare prima degli altri, è lecito chiedersi: cosa succede se sarà la Commissione a non rispettare la sua scadenza? Intanto, dopo aver ricevuto ieri la delegazione di Italia Viva e Fratelli d’Italia, oggi a Roma il premier Mario Draghi riceve a Palazzo Chigi la delegazione di LeU, terminando così gli incontri per il confronto con i partiti sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), dopodiché vedrà i sindacati e le parti sociali. L’obiettivo è portare giovedì in Consiglio dei ministri il Pnrr in vista della presentazione alle Camere del 26 e 27 aprile.

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