Diritti sui brevetti dei vaccini, il vertice europeo di Porto diventa uno scontro a distanza tra Biden e Merkel

La svolta di Biden ha stravolto l’agenda del Consiglio europeo, che dovrà affrontare anche l’idea americana di sospendere i brevetti sui vaccini. Un’ipotesi che già vede la cancelliera tedesca molto scettica

Quello di oggi in Portogallo doveva essere un Consiglio europeo abbastanza facile per i leader, quasi celebrativo, il primo in presenza dopo tanto tempo. Nella cornice mediterranea di Porto è prevista una discussione su come rendere l’Unione europea più equa con l’istruzione, la creazione di posti di lavoro, la lotta alla povertà e all’esclusione sociale. Durante la giornata ci sarà poi una videoconferenza con il premier indiano Narendra Modi, in cui parlare di come intensificare le relazioni Ue-India. Colloqui che riprenderanno domani continuando a discutere di commercio, strategia e cooperazione, in un momento in cui l’India è alle prese con un’ondata di Covid-19 che sta mettendo crudelmente alla prova il paese.


A stravolgere l’agenda del vertice però è la svolta del presidente Joe Biden: gli Stati Uniti sono favorevoli alla sospensione temporanea dei diritti sui brevetti dei vaccini contro il Coronavirus. Biden ha messo in imbarazzo i leader europei e causato un crollo in borsa delle note case farmaceutiche. Secondo i sostenitori, la deroga sui brevetti consentirebbe a più paesi poveri di produrre una massiccia quantità di vaccini per conto proprio. Secondo i detrattori – Ue, Regno Unito, altri paesi ricchi, case farmaceutiche e fino a ieri gli Usa – la misura non fornirebbe una soluzione immediata, ed è del tutto inadeguata per il momento attuale.


La svolta di Biden è stata accolta con entusiasmo dai vertici delle Nazioni Unite e dell’Organizzazione mondiale della sanità, e ha smosso le trattative all’Organizzazione mondiale del commercio, che tornerà sulla questione nel consiglio direttivo dell’8 giugno. La Cina per ora tace, la Russia invece è favorevole. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e del Consiglio, Charles Michel, hanno detto che l’Ue è pronta a discuterne, ma hanno rilanciato dicendo che è prioritario che i paesi produttori – in primis gli Usa – tolgano il divieto all’esportazione di vaccini.

Lo stop di Angela Merkel

Il premier Mario Draghi ha commentato dicendo che i vaccini sono «un bene comune globale», ma senza specificare se è a favore della deroga, restando su un più generico «è prioritario abbattere gli ostacoli». Il presidente francese Emmanuel Macron invece è «del tutto a favore, dobbiamo fare del vaccino un bene pubblico mondiale», ha detto. Per la Germania il primo a parlare è stato il ministro degli esteri Heiko Maas, dicendo che il governo era aperto alla discussione sulla revoca dei brevetti. 

Ma poi è arrivata la frenata, la più autorevole. La Cancelliera Angela Merkel ha reagito con scetticismo all’iniziativa. «La protezione della proprietà intellettuale è una fonte di innovazione e deve rimanere tale anche in futuro», ha fatto sapere con un comunicato stampa. Adesso la questione potrebbe irrompere nella campagna elettorale in vista delle elezioni di settembre, con la candidata dei Verdi, Annalena Baerbock, e la SPD (il partito di Maas) favorevoli alla proposta di Biden. 

Tra l’altro, oggi Merkel non sarà presente al vertice europeo per una decisione presa già da qualche settimana, si collegherà in videoconferenza. L’assenza “fisica” della Cancelliera è casuale, ma arriva in un momento veramente molto simbolico visto che sono gli ultimi mesi della sua carriera.

L’Europa ha fiducia nella solidarietà del programma Covax

L’Ue e altri paesi stanno distribuendo vaccini ai paesi poveri attraverso il meccanismo di solidarietà internazionale Covax, ma il programma ha subito ritardi e non sta erogando la quantità di dosi desiderate. Il paradosso è che se Covax sta funzionando a rilento è anche perché gli USA non esportano i vaccini prodotti nel loro territorio, ma anche questo potrebbe cambiare presto.

La nuova posizione degli USA infatti potrebbe essere principalmente simbolica, come andranno davvero le cose dipende da tanti fattori e in gran parte dal comportamento delle case farmaceutiche, dato che sono loro ad avere le competenze necessarie. Ma in questo modo Biden ha segnato una svolta, comunque andranno le cose e al netto di qualunque compromesso, il messaggio che arriva dalla Casa Bianca è che in questa fase d’emergenza l’America non continuerà a sostenere la logica del profitto commerciale sui vaccini di cui il mondo ha bisogno. 

L’Europa invece rischia di presentarsi come un gruppo di nazioni che difende gli interessi economici di Big Pharma. Non ha importanza quanto sia vero e quanto falso, né che fino adesso gli USA abbiano bloccato le esportazioni di vaccini. Al contrario, potrebbe essere proprio la disponibilità statunitense a fornire vaccini al Covax a fare la differenza. I leader europei devono pensare molto bene a cosa decideranno, oggi e nelle prossime settimane. Biden sta segnando tutti i dossier principali in vista del viaggio in Europa del mese prossimo, quando parteciperà al G-7 in Cornovaglia (11-13 giugno) e al vertice della Nato a Bruxelles (14 giugno). 

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