I numeri in chiaro della settimana, Taliani: «Tutti i dati sono in calo, nonostante le riaperture» – Il video

La professoressa di Malattie infettive interviene nel dibattito sul costo dei tamponi necessari per viaggiare: «Rimodulare l’offerta, i giovani hanno pagato il prezzo sociale più alto»

«I dati sono tutti in diminuzione. Nel confronto con la scorsa settimana, calano di 2.900 unità le ospedalizzazioni per Covid, di 2.600 i ricoverati con sintomi, di 330 le terapie intensive». A parlare a Open è la professoressa di Malattie infettive dell’università La Sapienza di Roma Gloria Taliani commentando i dati di oggi, 7 maggio, e l’andamento della pandemia nell’ultima settimana. «Il dato confortante – dice Taliani – è che siamo a due settimane dalle riaperture del 26 aprile. Questo significa che il potenziale pericolo delle riaperture, che potevamo temere, non c’è stato, forse per effetto del clima o per una sorta di responsabilità collettiva. Anche la variazione percentuale degli attualmente positivi è costantemente in segno negativo, tranne il 2 maggio. E poi c’è l’indice Rt che resta stabilmente sotto l’1. Con questi dati il sorriso è d’obbligo». L’ultimo bollettino della Protezione civile parla di 207 decessi nelle ultime 24 ore, oltre 10mila contagi, un calo di ricoveri, terapie intensive, ingressi in rianimazione (oggi 109, ieri 127) e anche del tasso di positività che oggi scende al 3,2 per cento (ieri era al 3,6).


Il green pass e il disagio dei giovani

Negli ultimi giorni si è parlato tanto di green pass, una certificazione nella quale i passeggeri, nel caso in cui non siano guariti dal Covid o non abbiano fatto il vaccino, dovranno presentare un tampone negativo eseguito nelle 48 ore precedenti. Due giorni non sono forse troppi? «Accontentiamoci delle 48 ore che ci consentono di ottenere un risultato accettabile», replica la Taliani. In merito ai più giovani, che proprio a Open hanno lamentato il costo eccessivo dei tamponi a pagamento per spostarsi (dai 26 ai 50 euro), ha aggiunto: «I giovani sono una categoria particolarmente sofferente. Sul piano sociale sono la categoria che ha pagato il prezzo più alto in questa pandemia. Ragionevole, dunque, la necessità di modulare l’offerta diagnostica avendo protezione e rispetto verso questa categoria anagrafica e sociale. I giovani hanno dovuto patire un cambiamento che li penalizzerà per molto tempo ancora».


Foto in copertina di Vincenzo Monaco | Video di Fabio Giuffrida

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