I numeri in chiaro, Pregliasco: «Serve prudenza su ulteriori riaperture, l’Rt sta salendo e la campagna vaccinale è ancora a corto di dosi» – Il video

Per il virologo, «alcune Regioni potrebbero tornare in arancione e questo può portare ulteriori sofferenze, agitazione e dolore»

A più di una settimana dalle riaperture dello scorso 26 aprile, i dati sull’epidemia da Coronavirus in Italia rimangono stabili. Dai ricoveri, al numero di nuovi contagi, «il sistema a colori è stato un compromesso che ha mitigato la diffusione», dichiara a Open Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’istituto Galeazzi di Milano. Oggi, il premier Mario Draghi, ha dichiarato che se il trend positivo continuerà allora potrebbero esserci nuove riaperture. «È chiaro – osserva Pregliasco – che queste decisioni sono di nature politica ed è difficile mettere insieme tante esigenze, considerando anche il grande dolore che molti stanno vivendo».


Ma il virus continua a circolare, «e la necessità in questa fase è ancora quella della cautela visto che la campagna vaccinale è ancora a corto di dosi». Per il virologo, l’Italia dovrebbe raggiungere nel breve periodo almeno il 50% di persone vaccinate con una dose, «cosi da poter progredire nelle riaperture, ma in maniera progressiva». Dalle Regioni continua invece il braccio di ferro sul tema del coprifuoco. «Mi rendo conto che si stia cercando un equilibrio tra diverse esigenze, ma serve prudenza e progressività nelle decisioni.


«Va gestito soprattutto l’obiettivo che più ci interessa nel medio termine, ovvero quello di garantirci un fine 2021 e un inizio 2022 più ragionevole e con una convivenza con il virus che sicuramente ci sarà, ma sarà più “civile”». Pregliasco invita quindi ancora a una grande prudenza, soprattutto in vista dell’estate. «Vediamo come l’indice Rt stia salendo. Questo vuol dire che alcune Regioni potrebbero tornare in arancione e questo può portare ulteriori sofferenze, agitazione, e dolore», dichiara Pregliasco. Sul tema delle vaccinazioni invece, il virologo nota ancora sfiducia nei confronti di AstraZeneca: «La comunicazione sui vaccini ha creato molte difficoltà. E ulteriori chiusure potrebbero creare ancora più confusione».

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