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Vaccini, Speranza: «Superate le 58 milioni di dosi, ma siamo ancora dentro l’epidemia: non abbassiamo la guardia»

13 Luglio 2021 - 12:37 Redazione
Sull’obbligo della vaccinazione del personale sanitario il ministro ha sottolineato che la Francia ha seguito il nostro approccio: «Siamo stati il primo paese europeo a introdurre questo obbligo. Altri ci stanno seguendo»

Guai ad abbassare la guardia sulla pericolosità della pandemia: è il monito del ministro della Salute Roberto Speranza, che intervenendo al W20 Women Rome summit a Roma ha ricordato che l’Italia si trova ancora dentro «un’epidemia terribile» che ci vede combattere con armi nuove e piu efficaci come i vaccini, ma ci siamo ancora dentro. Nelle ultime settimane tocchiamo con mano elementi di significativa ripresa del contagio dovuto alla variante Delta, evidenzia Speranza. «Siamo però in una fase diversa perche abbiamo l’arma dei vaccini, la più importante, e oggi abbiamo superato in Italia 58 milioni di dosi somministrate e dobbiamo continuare con questo ritmo». Il vaccino, ha aggiunto il ministro, «deve però essere accessibile a tutti e in tutti i Paesi. Il virus o lo si batte tutti insieme o continueremo ad avere nuove varianti».

Sul diritto alla salute, a causa della pandemia le persone in tutto il mondo «hanno capito fino in fondo che i servizi sanitari nazionali sono davvero la cosa più importante che abbiamo e dobbiamo difenderli con ogni energia»: «per troppo tempo le tabelle dei nostri uffici di bilancio hanno deciso quanto diritto alla salute poteva essere tutelato, sostiene il ministro. «Io penso che sia arrivato il momento ovunque di rovesciare questo schema: non sono le tabelle a decidere ma è il diritto alla salute, inalienabile, a decidere cosa c’è scritto nelle tabelle di bilancio». E rispetto all’obbligo della vaccinazione del personale sanitario, Speranza ha ricordato che Paesi come la Francia, e non solo, hanno seguito l’approccio italiano: «Il decreto è stato approvato in Italia già il primo aprile. Siamo stati il primo Paese europeo a introdurre questo obbligo. Altri ci stanno seguendo».

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