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Concorso per il Sud, la denuncia dei vincitori: «Dovevano assumerci a luglio ma nessuno ci chiama» – Le interviste

20 Settembre 2021 - 18:54 Fabio Giuffrida
Ancora non conoscono le loro sedi, attendono da più di un mese una risposta. Ma il ministero ha confermato a Open che le lettere di assegnazione delle sedi di lavoro arriveranno nei prossimi giorni

«Siamo nel limbo, non sappiamo cosa fare. Io, ad esempio, mi ero rimesso in gioco con questo concorso, pensavo di riprendere a lavorare subito, magari in estate, così come dicevano, e invece niente. Non lavoro da febbraio e sul concorso per il Sud non ho alcuna notizia». A parlare a Open è Giovanni, uno dei vincitori del concorso per il Sud, ancora in attesa di sapere quando e dove potrà cominciare a lavorare. Al momento sembra essere tutto fermo. E pensare che il ministro per la Funzione pubblica Renato Brunetta parlava di concorsi in 100 giorni e assunzioni «entro luglio». Si discuteva addirittura di un secondo bando per coprire i posti vacanti del primo a cui molti non avevano partecipato: «Un concorso per coprire tutti i posti disponibili, lo faremo già nei prossimi giorni, con i risultati tra settembre e ottobre», diceva Brunetta il 14 luglio. E, invece, almeno per ora, niente. «Nessuno di noi finora è stato assunto, dal 2 al 16 agosto abbiamo espresso le nostre preferenze sulle sedi ma allo stato attuale non sappiamo ancora nulla. Il Formez (che si occupa della gestione tecnica dei concorsi, ndr) nemmeno ci risponde», ci spiegano.

Tutte le polemiche sul concorso per il Sud

Insomma, da più di un mese tutto tace. «Mi indigna il silenzio, vorrei capire il perché di questi ritardi su fondi, quelli della coesione, che peraltro andrebbero spesi bene e il prima possibile. E noi, invece, siamo ancora a casa, in attesa di essere chiamati», continuano. Roberto, invece, racconta che, qualora la sede in cui verrà mandato non dovesse coincidere con quella scelta, sarà costretto a rinunciare all’incarico: «Ho figli, sono separato e non ho più 20 anni. Non posso più permettermi di fare le valigie e partire così all’improvviso. Quindi se non mi lasciassero in Sicilia, sarei costretto, sì, a rinunciare ma prima vorrei capire a quale sede sono stato assegnato. L’ho scelta il 3 agosto ma ancora non so nulla. Attendo».

Insomma, ancora guai per il (poco fortunato) Concorso per il Sud. Come è noto, in pochi si sono presentati alla prova al punto che il dipartimento della Funzione pubblica è riuscito a coprire poco meno di un terzo dei posti disponibili. 821 “assunti” su 2.800 profili ricercati per la gestione dei fondi di coesione nella pubblica amministrazione del Mezzogiorno. Senza considerare poi le fisiologiche rinunce che potrebbero arrivare nei prossimi mesi. A questo si aggiungano le polemiche sulla preselezione per titoli ed esperienze – che rischiava, di fatto, di tagliare fuori i più giovani – al tipo di contratto offerto: fino a 36 mesi, altro che posto fisso alla Zalone, e uno stipendio di 1.400 euro al mese (troppo poco, e questo lo sa bene anche il ministro, da offrire a funzionari ad alta specializzazione). Un concorso poco attrattivo che ha finito per rivolgersi soprattutto a professionisti di 30-40 anni e non ai giovani, ai neolaureati ancora in cerca di una prima occupazione. L’anello più debole del mercato del lavoro italiano.

Perché il concorso per il Sud sta andando a rilento

Da quanto apprende Open, i ritardi nell’assegnazione delle sedi – che di fatto hanno fatto slittare le assunzioni – sono stati causati da «un gruppo di 33 persone – tutti vincitori o idonei non vincitori – che non avevano espresso le loro preferenze in tempo». Fino al 6 agosto in 83 non avevano detto dove sarebbero voluti andare. Con la riapertura dei termini fino al 16 agosto, invece, si è arrivati a 33 candidati (che non avevano ancora indicato la sede), salvo poi arrivare a 24 nei giorni successivi. «I 24 sono stati considerati formalmente rinunciatari, dopo essere stati convocati a Napoli dove non si sono presentati», ci spiega una fonte. «Ora a tutti, nei prossimi giorni, arriverà una risposta, una lettera per l’assegnazione della sede», ci assicurano dal ministero della Funzione pubblica. E il secondo bando del Concorso per il sud, quello promesso da Brunetta ma mai decollato? «Si sta lavorando alacremente», ci dicono dal ministero per il Sud. «Servono solo i tempi tecnici per l’elaborazione dei documenti e poi si parte. Non ci vorrà molto», concludono.

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