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Il contagio arriva da Est: «Il virus in Italia dalla Slovenia». E l’Europa ferma i viaggi dei No vax

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Friuli-Venezia Giulia, Veneto e Bolzano in allarme per i controlli inesistenti ai confini. Mentre Bruxelles vuole cambiare le regole della Certificazione Verde Covid-19

Un inedito asse tra Pd e Lega per proteggere i confini dai No vax. È quello che si è formato ieri intorno al caso del Friuli-Venezia Giulia, che come Veneto e provincia di Bolzano è una delle regioni a rischio zona gialla e arancione nelle prossime settimane. Nel mirino ci sono i controlli sul Green pass (assenti alle frontiere, secondo la politica). Mentre l’allarme per i contagi si concentra sull’intera Europa. E a Bruxelles si pensa di cambiare le regole sulla Certificazione Verde Covid-19. Tagliando la durata a 9 mesi. Ma introducendo anche un nuovo sistema “a semaforo”. Che renderebbe valido il certificato solo per vaccinati e guariti. Il tampone non basterebbe più così per lasciare il proprio paese.

La rotta del contagio

La rotta del contagio parte da Slovenia, Serbia e Croazia. Paesi che hanno scarsi tassi di vaccinazione e alta circolazione del virus. E da dove, racconta oggi Repubblica, ogni giorno entrano in Italia tante persone senza che nessuno controlli se sono in possesso del Green pass. Nella piccola Slovenia, che ha due milioni di abitanti, per ogni due tamponi fatti , uno è positivo alla variante Delta. In Italia il tasso di positività è all’1,7 per cento. In Slovenia è al 49,2% . Per questo ieri il dottor Valtiero Fregonese, segretario dell’Associazione dei medici e dei dirigenti sanitari del Friuli-Venezia Giulia, ha puntato il dito verso i confini: «Credo che il coronavirus sia entrato per contiguità geografica con una zona come la Slovenia, che è in condizioni drammatiche. Le terapie intensive, a Lubiana, a Maribor, sono strapiene, non ci sono più posti letto». E quindi: «Purtroppo non ci sono controlli al confine nonostante l’anno scorso la stessa Slovenia avesse posto barriere fisiche per impedire il passaggio, in entrata e in uscita, ai cittadini italiani. Al confine non esiste neppure il controllo del Green Pass e questo ha significato la diffusione del contagio nelle nostre zone».

Attualmente il paese è quinto in Europa nel rapporto tra contagi e abitanti, spiega Repubblica. Eppure i numeri erano irrilevanti fino a qualche tempo fa. La crescita è iniziata quando si sono aperte le frontiere ad Italia, Austria, Ungheria e Croazia. La ripresa del turismo ha fatto il resto. Mentre solo il 57,9% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino. Il governo sloveno ha provato a inibire gli spostamenti dei cittadini all’estero e a prevedere l’obbligo di Green pass per i dipendenti pubblici, ma le due decisioni sono state bocciate dalla locale Corte costituzionale. Il 15 settembre si è svolta una grande manifestazione No vax davanti al parlamento di Lubiana. Mentre a Zagabria, capitale della Croazia, il palasport è stato trasformato in un ospedale da campo. E il Montenegro è il primo stato europeo per positivi in rapporto agli abitanti.

Gli ingressi senza Green pass

Per questo ora i paesi dell’Est Europa sono finiti nel mirino. Alcuni deputati Dem, tra cui Beatrice Lorenzin, hanno chiesto al ministro della Salute Roberto Speranza di disporre una stretta ed evitare di far entrare chiunque dal confine con Austria, Slovenia e Croazia. Una richiesta arrivata anche dalle camere di commercio e dai deputati regionali della Lega: «L’aumento esponenziale dei nuovi contagi in Austria, Slovenia e Croazia influisce in modo significativo sulla crescita dei contagi in Friuli Venezia Giulia e sull’aumento dei ricoveri».

L’Austria che estende il lockdown a tutti in due regioni è però zona franca al Brennero: La Stampa spiega che la polizia di frontiera fa solo controlli a campione. «Chiediamo il Green Pass, ma non c’è l’obbligo di averlo. Perché puoi entrare in Austria anche senza. Devi sapere, però, che senza la vaccinazione completa o senza il certificato di malattia più una dose di vaccino non potrai entrare in nessun bar, in nessun ristorante, in nessun albergo. Per questo, ogni tanto, fermiamo qualcuno e spieghiamo le regole», sostiene la polizia austriaca. E l’Italia che fa? Ci sono controlli in entrata? «No. Per fortuna in questo momento nessun controllo», dice al quotidiano il sindaco del Brennero Martin Alber.

In questo scenario non sorprende che l’Unione Europea pensi a restrizioni ai viaggi per i No vax. Un nuovo testo, non vincolante per gli Stati membri, arriverà la prossima settimana. Si prorogherà la durata del Green pass, con una scadenza non superiore a nove mesi per ogni singolo paese. E arriverà il sistema misto con le aree a colori e il modello 2G per chi viene dalle regioni rosse o rosso scuro: il Certificato sarebbe valido solo per vaccinati e guariti. Mentre il tampone non sarebbe sufficiente per uscire dal proprio paese.

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