Covid, l’Iss: Lombardia e Val d’Aosta a rischio alto, 18 regioni moderato. Rezza: «Bisogna accelerare con il richiamo» – Il video

Il tasso di occupazione in terapia intensiva è al 10,7% contro il 9,6% della settimana scorsa. La fascia di età che registra i più alti tassi di incidenza settimanale per 100.000 abitanti è quella degli under 19

Le regioni Lombardia e Valle d’Aosta sono classificate a rischio alto nell’andamento della pandemia da Coronavirus. Diciotto risultano invece classificate a rischio moderato. Tra queste, cinque Regioni – Calabria, Marche, la provincia autonoma di Trento, Puglia e Sicilia – sono ad «alta probabilità di progressione a rischio alto». Questo il quadro che emerge dal monitoraggio dell’Istituto superiore di Sanità e del ministero della Salute. Solo la Provincia autonoma di Bolzano è classificata a rischio basso. Inoltre 15 Regioni riportano un allerta di resilienza per i servizi sanitari territoriali. «Continua a crescere il tasso di incidenza dei casi di Covid 19 nel nostro Paese che si fissa intorno a 351 casi per 100 mila abitanti. L’indice Rt rimane invece stabile intorno a 1,13», ha spiegato Gianni Rezza, direttore della prevenzione del ministero Salute. Il tasso di occupazione dei posti di area medica e di terapia intensiva è, rispettivamente, al 13,9% e al 10,7% e molte regioni hanno oramai superato la soglia critica di occupazione. Rezza, poi, ha lanciato un appello: «Data la circolazione della variante Omicron molto trasmissibile, soprattutto in questo periodo festivo dobbiamo mantenere tutte le misure di precauzione individuale oltre ad accelerare con il richiamo».


Aumenta l’incidenza, stabile l’indice Rt

Continua ad aumentare l’incidenza dei contagi da Covid-19 a livello nazionale. Secondo i dati del monitoraggio settimanale della cabina di regia comunicati dall’Istituto superiore di sanità, l’incidenza è a 351 casi per 100 mila abitanti nel periodo tra il 17 e il 23 dicembre, contro i 241 per 100 mila abitanti della rilevazione precedente (10-16 dicembre). Nel periodo tra il 30 novembre e il 13 dicembre, l’indice Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,13, stabile rispetto alla settimana precedente ma sempre oltre la soglia critica. L’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero è a 1,11 contro l’1,09 della rilevazione precedente. Guardando alla situazione negli ospedali, il tasso di occupazione in terapia intensiva è al 10,7 per cento contro il 9,6 del 16 dicembre. Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 13,9 per cento contro il 12,1 dell’ultima rilevazione. L’incidenza dei casi Covid continua a salire: oltre 50 per 100 mila abitanti in tutte le Regioni e province autonome. La più bassa è in Molise con 68,8 casi per 100 mila abitanti, la più alta in Veneto con 590,5 (era 365,5 nel periodo 3-9 dicembre). A seguire c’è la Lombardia con 516,3 (si partiva da 171) e la Valle d’Aosta con 473,8, in crescita di 143,7 punti. Sopra 400 Piemonte, Bolzano, Liguria e Friuli Venezia Giulia.

L’occupazione dei reparti Covid e delle terapie intensive

Anche il tasso di occupazione delle terapie intensive continua a crescere. Salgono a 12 le regioni (prima erano 9) sopra la soglia del 10 per cento. Preoccupano soprattutto Trento e Bolzano, rispettivamente con il 24,4 e 21 per cento. Le altre regioni sopra il 10 per cento sono Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana e Veneto. Sono 9 (prima 8), invece, le regioni sopra la soglia del 15 per cento per occupazione nei reparti di area medica: va male in Calabria con il 25,9 per cento, in Friuli Venezia Giulia con il 22, in Liguria con il 24,8 e in Valle d’Aosta con il 22,2. Le altre regioni con tassi sopra il 15 per cento sono Marche, Bolzano, Trento, Veneto e Sicilia. «Data la circolazione della variante Omicron molto trasmissibile, soprattutto in questo periodo festivo dobbiamo mantenere tutte le misure di precauzione individuale oltre ad accelerare il richiamo»

Le fasce d’età più colpite

Il monitoraggio settimanale ministero della Salute e dell’Istituto superiore di Sanità per il periodo 13-19 dicembre, con dati aggiornati al 21/12, ha rilevato che le fasce di età che registrano i più alti tassi di incidenza settimanali per 100.000 abitanti sono quelle pediatriche: 393 nella fascia di età 0-9 anni e 404 nella fascia di età 10-19 anni. L’incidenza più bassa si rileva invece nelle fasce di età superiori agli 80 anni: 101 nella fascia di età 80-89 e 116 nei soggetti di età più avanza.

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