Stati Uniti, lo sfogo di Kamala Harris: «Usata da Joe Biden per vincere, non per governare»

La vicepresidente avrebbe mostrato una certa frustrazione per la difficoltà nel gestire i suoi dossier. Secondo lei, la marginalità del suo ruolo deriva dal fatto che, per la prima volta, a coprire quell’incarico non c’è un uomo bianco

L’ha confidato a collaboratori e alleati più stretti: finché Joe Biden, in campagna elettorale, ha avuto bisogno di lei per sconfiggere Donald Trump, Kamala Harris era al centro dell’attenzione mediatica e le sue istanze erano portate avanti anche dal numero uno dei democratici. Poi, arrivato il momento di governare, la vicepresidente è stata lasciata in un cono d’ombra. Questo è lo sfogo di Harris che si è lamentata della difficoltà nel gestire i dossier che le sono stati affidati, dai diritti civili all’immigrazione, senza un’equa copertura della stampa. Il New York Times ha parlato di «frustrazione» della vicepresidente, la quale ha ritenuto che la marginalità del suo ruolo derivi dal fatto che, per la prima volta, a coprire quell’incarico non c’è un uomo bianco. Alla testata americana, l’ex segretaria di Stato Hillary Clinton ha corroborato l’ipotesi di una sorta di sessismo che penalizzerebbe Harris: «C’è un doppio standard usato nel giudicarla, come lo era per me». Per la deputata Karen Bass, «la complessità dei dossier che le sono stati affidati avrebbe dovuto spingere la Casa Bianca a difenderla con più vigore». Invece, Biden sembra aver iniziato la sua personalissima corsa per la ricandidatura alle presidenziale del 2024: «Se sono in salute, come sono in buona salute adesso, voglio candidarmi di nuovo. E se corre Trump, questa possibilità aumenta», ha detto il presidente in carica. Con buona pace della vicepresidente Harris, più volte data come sua possibile succeditrice.


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