Quirinale, la neodeputata D’Elia è l’ultima grande elettrice: «Sento tutta la responsabilità» – L’intervista

Ha vinto le suppletive di Roma centro e conquistato il seggio lasciato libero da Gualtieri. Il suo primo atto sarà quello di votare il presidente della Repubblica

Cecilia d’Elia (Pd) è l’ultima eletta di questo Parlamento e l’ultima grande elettrice utile per eleggere il prossimo presidente della Repubblica: è la numero 1009. Da vent’anni nel centrosinistra, ha vinto le elezioni suppletive di Roma centro con il 59,43% dei consensi, conquistando il seggio alla Camera dei deputati lasciato libero da Roberto Gualtieri, ora sindaco della Capitale. Con lei – dopo il passaggio formale della proclamazione a Montecitorio – il totale dei grandi elettori per il Quirinale è ora al completo.


D’Elia, a cosa attribuisce la sua vittoria, nonostante il crollo dell’affluenza?


«La coalizione si è attivata e ha funzionato. La capacità di mobilitazione è arrivata da questo – sempre dentro quel 10%, non voglio dare nessuna enfasi al risultato. Però sicuramente è una conferma del fatto che nel cuore di Roma questa amministrazione ha tutto il sostegno. E poi io ho fatto del mio meglio. Ho sentito attorno a me anche una grande rete di donne, di tutte le età, e questo ha contato. Mi ha emozionato molto, per esempio, il voto di Marisa Rodano, partigiana ed ex vicepresidente della Camera che, a 101 anni, insieme a sua figlia, è andata al seggio».

Che significato dà alla grande astensione?

«Bisogna trovare il modo di comunicarle le suppletive, è stata una campagna elettorale difficile. Tra Covid e festività, è stato davvero complicato fare arrivare la notizia. Questo è un tema vero».

Lei è l’ultima eletta di questo Parlamento e l’ultima grande elettrice utile per eleggere il prossimo capo dello Stato, la numero 1009. Come ci si sente?

«Intanto io sono emozionatissima solo all’idea. Credo che nella vita di qualunque deputato, deputata, rappresentante di regione, questo rappresenti un onore, una cosa molto importante. E farlo come primo atto mi fa sentire emozionata. Poi chiaramente siamo anche in una situazione molto delicata per la vita del Paese. Quindi i due stati d’animo al momento sono: emozione e responsabilità. Non ho altre esperienze simili ma mi sembra che in questo momento si navighi a vista. Siamo in una fase di stallo, determinata da questa candidatura divisiva e irricevibile del centrodestra con Berlusconi».

Si sente un po’ il Salvatore Caruso della situazione? Anche lei, come il tennista siciliano, è stata chiamata alla vigilia di un grande evento. E peraltro nello stesso giorno.

«Sicuramente mi sento chiamata all’ultimo minuto per questo momento importante. Anche se un po’ devo dire che ho contribuito a determinare questo risultato perché abbiamo tutti lavorato per Gualtieri sindaco, quindi sapevamo che poi si sarebbe aperta questa partita del collegio, e in un certo senso è una cosa meno improvvisa. Certo, non sapevo di essere candidata quando c’erano le amministrative. Quindi sì, mi sento tirata in ballo all’ultimo ma comunque sono una dirigente del Pd, ci metto l’emozione ma ci metto anche la lunga esperienza fuori dal Parlamento. Io ho fatto l’amministratrice in comune, in provincia, nel municipio. Ho una storia politica, e poi mi affiderò al mio gruppo, al mio partito».

Il suo primo atto sarà quello di votare il presidente della Repubblica: da neoparlamentare ha una proposta per il Colle? Il Pd oscilla fra Draghi e Mattarella bis. Quale figura vede al Quirinale Cecilia d’Elia?

«Io penso davvero che ci voglia una persona che sappia unire il Paese e abbia un grande consenso. E quindi attorno a questa idea bisogna fare la scelta tutti insieme. Uno dei problemi della candidatura di Berlusconi è che rompe la maggioranza di governo, crea uno strappo rispetto all’esperienza eccezionale di governo che stiamo vivendo in questo momento delicato per il Paese. Noi abbiamo fatto una direzione che ha dato un mandato chiaro al segretario. E vediamo come va».

Essendo appena stata eletta immaginiamo speri che l’esperienza non si concluda dopo l’elezione del capo dello Stato, nella remota ipotesi di elezioni anticipate. Il patto di legislatura chiesto da Letta riuscirà?

«Questo però è un qualcosa che va oltre il destino personale. Non a caso noi abbiamo messo insieme la vicenda del Quirinale con il patto di legislatura. Anche perché noi abbiamo molte cose da chiudere come Pd, riforme da portare a casa, quindi questo è un tema importante. Nella vita bisogna fare sempre del proprio meglio, costruire la possibilità che questo avvenga, questo si fa giorno per giorno».

A proposito, ha sentito Letta?

«C’è stata una grande accoglienza, mi ha dato un bel benvenuto. Ora ci sarà la ratifica dell’avvenuta elezione e poi seguirà la proclamazione da parte della Camera».

Tra le sue informazioni di Whatsapp lei menziona la canzone di Luca Carboni Ci vuole un fisico bestiale. È una sorta di premessa per il suo slogan-hashtag #liberalaforza?

«Intanto è una vecchia canzone e questo fa capire anche la mia età (ride). Sicuramente ci vuole un fisico bestiale per fare tutto quello che facciamo, soprattutto noi donne che viviamo molte vite contemporaneamente. È una canzone sui tempi di vita, sulle tante dimensioni. Quindi non è legata solo alla politica, ma anche alla vita personale, affettiva, ai figli, a tutte quelle cose che si vogliono fare e tenere insieme».

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