Quirinale, Draghi e quei veti nel Pd: «Se lo votiamo non sappiamo cosa succederà»

Franceschini starebbe cercando di ostacolare la salita al Colle del premier, che divide anche il centrodestra

Lo descrivono come «sereno», nelle ore concitate che precedono la prima votazione per il Quirinale. Mario Draghi sta seguendo dal casale di famiglia a Città della Pieve i movimenti dei partiti in vista dell’elezione del presidente della Repubblica. La partita, per il premier, è doppia: da un lato, le sue possibilità di essere eletto al Colle, dall’altra gli scenari per il governo di cui è alla guida. I due dossier sono legati a doppio filo. Draghi, scrive il Corriere della Sera, spera che si faccia in fretta, sia per l’elezione del presidente della Repubblica, sia per la eventuale transizione verso un nuovo governo.


La spaccatura nel centrodestra

Dal vertice di centrodestra che ieri, 22 gennaio, ha sancito il ritiro dalla corsa di Silvio Berlusconi, è uscita una coalizione spaccata sulla possibile candidatura di Draghi. Forza Italia e Lega lo vorrebbero ancora a Palazzo Chigi, Fratelli d’Italia spera che un suo trasferimento al Colle possa accelerare i tempi verso il voto. Dietro le quinte, però, si lavora per capire chi potrebbe prendere le redini di un esecutivo che sopravviva al trasloco di Draghi e si discosti il meno possibile da quello attuale. Indiscrezioni di stampa parlano di un tentativo per Pierferdinando Casini, il quale però avrebbe declinato, almeno per il momento. Troppo forte la tentazione Quirinale.


L’attivismo di Franceschini

Draghi intanto osserva e, scrive La Stampa, pesa i rischi legati soprattutto a possibili veti dentro Pd e Movimento 5 stelle. Tra le file dei dem, uno dei più attivi nel tentativo di osteggiare il passaggio di Draghi al Quirinale sarebbe Dario Franceschini. Il ministro della Cultura starebbe provando a scongiurarlo in ogni modo, scrive il quotidiano, che parla di eletti del M5s e della Lega che avrebbero ricevuto una telefonata da un collega iscritto alla corrente di Franceschini: «Se votiamo Draghi non sappiamo cosa succederà». «Senza Draghi la maggioranza non può reggere – prevede un dem al governo – Sarebbe più saggio andare al voto che tenere in vita un governo destinato a fallire».

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