Bonus psicologo, primi passi per l’inserimento nel decreto Milleproroghe: «Ma la battaglia sui fondi sarà durissima»

Dopo l’esclusione nella Legge di Bilancio, il tentativo è quello di inserire nel decreto la misura a sostegno della salute mentale. Mentre il dem Sensi annuncia «l’ammissibilità dell’emendamento presentato», l’Iss diffonde un report sui disturbi alimentari. Ma la ricerca è debole e incompleta

Il tema della salute mentale e del bonus psicologo torna di nuovo sul tavolo della discussione politica con la speranza che questa volta le parole diventino fatti. Dopo l’esclusione nella Legge di Bilancio del 31 dicembre scorso, ora la misura di sostegno pensata per arginare una delle più forti crisi collaterali della pandemia, ha iniziato il suo percorso in Commissione per la possibile introduzione nel decreto Milleproroghe. «Il finanziamento sarebbe dovuto arrivare dal fondo del Parlamento», aveva spiegato il Ministro della Salute Roberto Speranza durante l’interrogazione parlamentare del 12 gennaio, «quello che è successo è che una parte di quei fondi non è stata messa disposizione e quindi a quel punto non c’è stata più possibilità di destinare alcun sostegno per problemi di copertura». La risposta data al deputato dem Filippo Sensi ha destato non poca indignazione, soprattutto se i fondi introvabili di cui ha parlato il ministro sono risultati più che recuperabili per bonus tv e monopattini. Una questione culturale ma anche di responsabilità. Open lo ha spiegato diverse volte attraverso esperti del settore e operatori sul campo: un voucher non potrà certo risolvere le lacune di un sistema che attualmente non è in grado di offrire il numero minimo di professionisti e servizi sul territorio nazionale. Ma se curarsi la mente continua ad essere un lusso per pochi, un bonus psicologo aprirebbe un varco più che mai urgente.


«La battaglia soprattutto per i fondi sarà durissima. Si riparte», scrive su Twitter il deputato Pd Filippo Sensi. Lo scorso 21 gennaio ha presentato un emendamento al Milleproroghe affinché «si potenzino i servizi di salute mentale e a beneficio di tutte le fasce d’età della popolazione». Su Twitter ha annunciato: «Grazie al ciclopico lavoro del gruppo parlamentare, l’emendemento del Pd che chiede il bonus psicologo è risultato ammissibile e quindi inizia il suo percorso in Commissione nel Milleproroghe». Tra gli obiettivi principali della proposta anche il rafforzamento dei servizi di neuropsichiatria per l’infanzia e l’adolescenza, «potenziando l’assistenza ospedaliera in area pediatrica e l’assistenza territoriale, l’assistenza sociosanitaria alle persone con disturbi mentali e quella a supporto delle persone affette da disturbi della nutrizione e dell’alimentazione».


Un impegno ancora troppo debole

E proprio a proposito di una delle piaghe più dolorose della crisi post pandemia, quella dei disturbi alimentari legati a stati di malessere, depressione e frequenti episodi di autolesionismo, l’Istituto Superiore di Sanità ha diffuso il primo report sulla mappa dei servizi in Italia. Numeri ancora davvero troppo piccoli per l’enorme richiesta che la crisi pandemica (e non solo) ha provocato. Senza contare la debolezza della ricerca stessa. Tra luoghi di cura inspiegabilmente non segnalati e la completa esclusione delle associazioni territoriali, fondamentali nell’intercettazione sempre difficile dei singoli casi, il Ministero della Salute non riesce ancora a dare voce a una strage, soprattutto di giovani, che rimane silenziosa.

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