Il M5s: «Sì al referendum sulla cannabis. Sull’eutanasia serve una legge»

Conte raduna gli eletti per parlare anche di questi temi spinosi, dopo la bocciatura di ieri della Consulta sul quesito referendario relativo all’eutanasia. E sulla cannabis Conte “sposa” la linea Dadone

Il Movimento Cinque Stelle si riunisce per fare il punto sui referendum. Ieri, infatti, è arrivata la bocciatura di quello sull’eutanasia, oggi si attende il responso su quello della cannabis. C’è molta preoccupazione per la decisione della Consulta. Non tira una buona aria. La linea del M5s, però, almeno stavolta, sembra essere molto chiara: «Abbracciamo convintamente il quesito referendario sulla cannabis», ha detto Conte (sposando, dunque, la linea antiproibizionista della ministra Fabiana Dadone). Sull’inammissibilità del referendum sull’eutanasia, ha aggiunto, «bisogna correre con una legge sull’argomento». «Noi ci siamo», ha replicato Stefano Buffagni, secondo il Fatto Quotidiano. Dunque, mentre Conte riunisce gli eletti, Di Maio va a Kiev per discutere della guerra in Ucraina che preoccupa tutto il mondo. Ma nel Movimento ci sono anche altre questioni importantissime da risolvere: Beppe Grillo, ad esempio, ha fatto sapere che non intende barattare le regole del Movimento. Quelle erano, quelle restano. In queste ore, infatti, ha spiegato a vari 5 Stelle che il vincolo dei due mandati non si tocca, fornendo l’assist perfetto a Giuseppe Conte. Si tratta di «una regola identitaria».


Il vincolo del secondo mandato

«Per Grillo la regola dei due mandati è fondativa, nessuna novità, lo ha detto più volte. Anche su questo ci confronteremo, la nostra è una comunità di teste pensanti ma ovviamente la posizione del Garante avrà un grande rilievo», ha detto l’ex premier. Insomma, niente terzo mandato per i parlamentari del Movimento Cinque Stelle che, però, potrebbero sperare magari in un posto nell’Europarlamento o in una Regione. Questo è ciò che filtra sull’Adnkronos subito dopo l’assemblea, la prima da quando il tribunale civile di Napoli ha azzerato i vertici del Movimento (e quindi anche il presidente Conte). A risentire di questa rigida applicazione della regola dei due mandati potrebbe essere proprio il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, anche lui al secondo mandato. Non potrebbe “salvare”, di fatto, i suoi fedelissimi che hanno ormai fatto due legislature.


Foto in copertina di repertorio: ANSA/GIUSEPPE LAMI

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