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Referendum eutanasia e cannabis, Cappato all’attacco: «Amato ci ha trattato da truffatori. Ecco perché i quesiti non erano sbagliati» – Il video

17 Febbraio 2022 - 12:46 Fabio Giuffrida
L'amarezza dei promotori dei due referendum bocciati il giorno dopo la conferenza stampa del presidente della Consulta. Giuliano Amato è accusato di aver dato un'interpretazione politica ai quesiti

«Quella di Amato di ieri è stata una conferenza stampa politica, piena di giudizi che minano la credibilità e la reputazione dei comitati promotori. Il presidente della Corte costituzionale ha detto fake news, non abbiamo barato sui titoli dei quesiti», ha tuonato Marco Cappato dell’associazione Luca Coscioni, uno dei promotori del referendum sull’eutanasia legale (due giorni fa rigettato dalla Consulta). «Nessuna truffa per 60 milioni di italiani», ha continuato. Cappato ha preso le difese anche del referendum sulla cannabis (rigettato, anche questo): «Tutto falso, riguardava solo la coltivazione della cannabis, non tutte le sostanze stupefacenti. Hanno fatto passare strafalcioni per verità». Ancora più duro l’attacco del presidente del Comitato referendum cannabis Marco Perduca: «Questo è stato un attacco politico fatto per voce e a titolo personale dal presidente della Corte costituzione. Non siamo né truffatori né incapaci». Per Riccardo Magi di +Europa Radicali si è trattato di «un errore tecnico e di un intento politico»: «Ieri è stato fatto un inganno al popolo italiano».

Da Amato «non ci aspettavamo uno show», quella è stata «una comunicazione sovietica a rete unificate» di una verità che «noi dobbiamo confutare» punto per punto, ha aggiunto Antonella Soldo di Meglio Legale. «Il titolo del testo dei referendum, tra l’altro, non lo decidiamo noi, noi decidiamo solo quello delle nostre campagne. Ci è concesso almeno questo?». «Non siamo dei ragazzini sprovveduti, non siamo dei fattoncelli», ha concluso. Insomma, secondo i promotori dei due referendum, i testi sarebbero stati scritti correttamente, nessuna truffa, i titoli scelti dalla Cassazione e non da altri. Si parlava, ad esempio, dell’abrogazione parziale del reato dell’omicidio del consenziente e non di eutanasia legale (termine usato, invece, per la campagna mediatica). E ancora: nessuno voleva legalizzare altre sostanze stupefacenti visto che l’unica pianta che può essere coltivata resta la cannabis. Nient’altro.

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