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Compensi fino a 2 mila euro e agenti personali: nell’eredità della pandemia anche gli scienziati “pop” pronti a colonizzare la politica

26 Febbraio 2022 - 10:59 Giada Giorgi
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Ricercatissimi da tv e giornali, criticati per mega ville da milioni di euro e canzoncine pro Vax, gli ormai noti virologi della pandemia si smarcano tra la fine dell'emergenza sanitaria e il corteggiamento di partiti

Ricercatissimi da tv e giornali, criticati per mega ville da milioni di euro e canzoncine natalizie pro Vax, per due anni (spesso volutamente) nell’occhio del ciclone, gli ormai noti virologi della pandemia da Covid-19 hanno spesso chiesto aiuto a dei mediatori, esperti non in scienza ma in comunicazione che li sostenessero nella mediazione di ospitate, post sui social e, quando necessario, smentite ufficiali. I volti fino a due anni fa sconosciuti al grande pubblico sono nel giro di pochi mesi diventati il simbolo di una scienza pop che in balìa di interviste e ospitate decide di abbracciare del tutto il magico mondo della popolarità. «Si metta d’accordo con il mio agente», la risposta che molti dei professori hanno cominciato a dare per intervenire a rassegne stampa mattutine, talk serali, faccia a faccia sui temi della pandemia.

Come funziona

Il meccanismo è lo stesso che viene utilizzato per attori, cantanti e soubrette. Agli agenti spetta il compito di fissare orari e disponibilità e di decidere l’eventuale compenso. Tutto dipende se si è ospiti fissi, se si è in studio o in collegamento, se si è in fascia serale oppure no. A seconda del tipo di ospitata, si va dal semplice rimborso spese al gettone di presenza, a una retribuzione più sostanziosa. E così per due anni, pagando i grandi della scienza dai 300 ai 2 mila euro a ogni apparizione televisiva. Il professor Roberto Burioni, Roberto Battiston e la professoressa Ilaria Capua si appoggiano all’agenzia di comunicazione ed eventi Elastica. Nei mesi di pandemia si sono aggiunti a scrittori, registi, imprenditori, giornalisti presenti già in scuderia. Per il virologo Burioni, presenza fissa del programma di Rai Tre Che tempo che fa, sarebbe stato firmato un contratto di esclusiva con la società che produce la trasmissione, esterna alla Rai.

Anche Ilaria Capua smista gli impegni della sua fitta agenda con l’aiuto di un agente. I suoi sono soprattutto interventi in collegamento dal centro satellitare dell’Università della Florida, presenziando per i lunghi mesi di emergenza le trasmissioni di La7 come DiMartedì, In Onda e Otto e mezzo. Sulla stessa rete anche la professoressa Antonella Viola, direttrice dell’Istituto di ricerca pediatrica Città della Speranza. Il suo gettone di presenza è stato pattuito in virtù della sua ospitata fissa sui temi della pandemia. Anche a lei è stata attribuita un’agenzia, la Gabriella Nobile agency ma l’immunologa si è subito affrettata a spiegare l’identità della sua aiutante: «Solo una cara amica che mi ha dato una mano», ha più volte detto rispondendo a non poche polemiche.

I senza compenso

Nell’occhio del ciclone per aver comprato una mega villa da due milioni di euro nel Vicentino, il professor Andrea Crisanti, microbiologo all’università di Padova, ha dichiarato a Repubblica di non aver «mai fatto comparsate a pagamento, per evitare situazioni equivoche». A differenza dei suoi colleghi Crisanti si sarebbe dato un limite alla escalation di celebrità: «Mi sono imposto di non guadagnare neanche un quattrino con la pandemia», aggiunge. Stessa scelta anche per Matteo Bassetti. Al motto di «mi piace piacere», l’infettivologo del policlinico San Martino di Genova ha più volte ribadito di andare nelle trasmissioni «come tutti i narcisisti», «non per fare un reality, ma divulgazione scientifica, gratis».

Pronti a colonizzare la politica

Sul palco dell’ultimo Sanremo la parodia di Checco Zalone sul virologo tipo ormai in crisi per la fine della pandemia aveva fatto ridere e riflettere allo stesso tempo. Il racconto ironico di una scienza ormai “disoccupata” ha restituito con lucidità il rischio di un dialogo ormai un po’ minato tra esperti e popolazione, lasciando in eredità un gruppo di semi starlette che presto sarà costretto a trovarsi altri modi per apparire. Proprio in risposta a Zalone era intervenuto uno dei volti più noti della pandemia. L’infettivologo Massimo Galli del “Sacco” di Milano ha tenuto a ribadire la sua scelta: «Partecipo gratis a tutte le ospitate. Ho un agente? Assolutamente no». Tra conferme e smentite, l’armata dei virologi contro il virus sembra davvero vivere il periodo raccontato dalla canzonetta del comico pugliese. C’è chi è tornato in corsia sul serio, ma anche chi parla di candidatura in politica «e di condizioni da dettare ai partiti» qualora li volessero dalla loro parte.

Walter Ricciardi, igienista alla Cattolica e consulente del ministro Roberto Speranza, è ora nel direttivo di Azione di Carlo Calenda. «Lo farei solo come tecnico», dice Bassetti strizzando più di un occhio all’idea di una sua candidatura. Non si tira indietro Fabrizio Pregliasco, che facendo sapere subito da che parte, almeno ideologica, starebbe, «sono un democristiano, come approccio», non esclude una discesa in campo. Nelle battute finali di un’emergenza a cui però si dovrà ancora stare attenti in termini di strascichi, c’è chi però ha già detto no alle lusinghe dei partiti. «Ho già declinato l’offerta di Matteo Renzi», fa sapere Burioni. «Ho detto no a Pd e Cinque Stelle», fa eco Crisanti. E anche il professore del “San Raffaele” di Milano Alberto Zangrillo si dichiara fermo nelle stesse intenzioni. Per ora ha solo accettato di diventare presidente del Genoa calcio.

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