Anche dalla Camera il Sì alle armi in Ucraina: favorevole anche FdI. I distinguo degli ex M5s e le proteste in aula – Il video

Passa con l’appoggio anche dei deputati meloniani la risoluzione del governo per l’invio di aiuti militari all’Ucraina. Proteste a sinistra, con alcuni voti contrari nel gruppo Alternativa e i cartelli di Potere al popolo

Anche la Camera ha approvato la risoluzione di maggioranza e di Fratelli di Italia relativa alle comunicazioni del presidente del Consiglio Mario Draghi sul conflitto in Ucraina. Alcune parti della risoluzione sono state approvate all’unanimità, mentre su alcune altre sono state registrate posizioni diverse, assunte in particolare dai deputati di Alternativa che in alcuni casi hanno votato contro o sono astenuti. Prima del voto, in Aula alla Camera, si sono susseguite le dichiarazioni dei deputati.


Meloni: «Aggressione inaccettabile»

Tra i primi a parlare, la leader di FdI Giorgia Meloni: «Questo è il tempo del coraggio, della fermezza, di una risposta compatta a un’aggressione militare che non possiamo accettare – ha detto la presidente -. L’Italia non può che camminare al fianco dei suoi alleati. Da decenni guardiamo il mondo dall’unica angolazione che conosciamo la difesa dell’interesse nazionale italiano. Presidente Draghi – ha concluso Meloni rivolgendosi al premier -, se lei si dimostrerà capace di difenderlo, FdI farà la sua parte».


Letta: «Tutti si domandano se Putin sia sano di mente»

Poi è stata la volta del segretario del Pd Enrico Letta che ha parlato a lungo del presidente Vladimir Putin che ha scatenato il conflitto: «La differenza tra il Parlamento e il capotavola: noi siamo qua a lottare perché quello solo a capotavola da solo sta scatenando una guerra che distrugge vite e uccide persone. Tutti ci stiamo interrogando: ma è sano di mente? C’è della irrazionalità?». Queste sono state le domande del segretario secondo cui «in una democrazia saremmo in grado di fermare un presidente irrazionale, nell’autocrazia no». Quando al supporto dell’Ucraina, letta ha affermato: «Riteniamo sia necessario allungare le scadenze del patto di stabilità, per consentire ai pezzi di sistema economico che pagheranno un prezzo delle sanzioni di poter resistere. E poi il sostegno col materiale militare. Sappiamo che è il passaggio più difficile, ma anche che nella Costituzione ci sono le ragioni che motivano l’intervento di oggi così come nei principi costituzionali europei».

Boldrini: «Mi sono astenuta dal voto sulle armi»

Laura Boldrini ha fatto sapere di aver votato a favore della risoluzione sulla crisi ucraina ma di essersi astenuta dal votare il punto 3 che riguarda la cessione di mezzi militari a Kiev. «Ho votato a favore della risoluzione, perché ci voleva una reazione compatta e nella risoluzione c’è anche una netta condanna a quanto fatto da Putin – ha spiegato la deputata del Pd -. E ci sono anche altri punti che condivido, l’obiettivo della de-escalation militare, l’assistenza ai civili in Ucraina e l’accoglienza delle persone in fuga che arrivano in Italia, i richiedenti asilo, e la sospensione del Patto di stabilità». «Però non ho votato a favore del punto 3, che prevede la cessione di armi e strumenti militari, su cui ho delle riserve – ha precisato l’ex presidente della Camera – perché è in contrasto con l’obiettivo della de-escalation, e poi non credo che questa crisi si risolva con una soluzione militare, non in un contesto di enorme sproporzione fra le parti in campo. È una crisi che si risolve per via politica e diplomatica, non per via militare».

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