Tasse e catasto, Draghi: «Basta numeri senza senso». E fa il verso ai deputati che lo contestano – Il video

Un botta e risposta inusuale alla Camera tra il premier e i deputati quando viene toccato il tema delle tasse e della «credibilità che si è guadagnato questo governo» sull’argomento

«La revisione del catasto non porta ad alcun aumento di tasse». Così ha scandito il premier Mario Draghi all’indomani della spaccatura della maggioranza intorno all’emendamento soppressivo del catasto respinto in commissione Finanze della Camera (con 22 voti favorevoli e 23 contrari alla proposta sostenuta dal centrodestra). Nel corso del question time di oggi – mercoledì 9 marzo – alla Camera dei deputati, Draghi ha alzato i toni quando è arrivato il momento di aprire questo dossier. «Voglio per prima cosa ribadire come l’intervento della legge delega sul catasto non porta ad alcun incremento delle imposizioni fiscali sugli immobili regolarmente accatastati – ha specificato il premier con grande enfasi -. Nessuno pagherà più tasse. E devo dire che sul fatto di non far pagare più tasse questo governo si è dimostrato credibile». Il presidente del Consiglio ha dunque evidenziato che «la riforma serve per eliminare gli abusi e le irregolarità perché la mappa del catasto è del ’39, ci sono state tante cose in mezzo anche una seconda guerra mondiale». «L’introduzione dell’Ici, dell’Imu, l’abolizione dell’Ici, l’introduzione della Tasi, sono state fatte sempre su valori inesistenti, che non hanno senso, valori di 33 anni fa – ha chiarito con tono duro davanti ai deputati – questa procedura di applicare un coefficiente fisso su valori che non hanno senso deve finire, vogliamo trasparenza».


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