Le domande e le risposte sulla Strage di Bucha

I dubbi da un testo del Ministero della difesa russo

Diversi utenti stanno condividendo un testo attribuito al Ministero della Difesa russo, tradotto in italiano, a sostegno della difesa di Mosca. I punti sono in gran parte gli stessi dubbi sollevati sui social e da diversi giornalisti.

Ecco il testo: «Tutte le fotografie e i materiali video pubblicati dal regime di Kiev, che testimoniano i “crimini” del personale militare russo nella città di Bucha, regione di Kiev, sono un’altra provocazione. Durante il periodo in cui quest’area era sotto il controllo delle forze armate russe, nessun residente locale civile ha subito azioni violente. Vorremmo soprattutto sottolineare che tutte le unità russe si sono ritirate completamente da Bucha il 30 marzo, il giorno dopo il round di colloqui faccia a faccia tra Russia e Ucraina in Turchia. Inoltre, il 31 marzo, il sindaco della città di Bucha, Anatoly Fedoruk, ha confermato nel suo video messaggio che non c’erano militari russi in città, ma non ha nemmeno menzionato alcun residente locale colpito nelle strade con le mani legate. Pertanto, non è sorprendente che tutte le cosiddette “prove dei crimini” a Bucha siano apparse solo il quarto giorno, quando gli ufficiali dell’SBU (servizio di sicurezza ucraino) e i rappresentanti della televisione ucraina sono arrivati in città. Particolarmente preoccupante è il fatto che tutti i corpi delle persone le cui immagini sono state pubblicate dal regime di Kiev, dopo almeno quattro giorni, non si sono induriti, non hanno le caratteristiche macchie cadaveriche e c’è sangue sulle ferite. Tutto questo conferma inconfutabilmente che le fotografie e i video di Bucha sono un’altra produzione del regime di Kiev per i media occidentali, come è avvenuto a Mariupol con l’ospedale di maternità, così come in altre città».