Certificava falsi positivi per far ottenere Green pass ai No vax: ai domiciliari un farmacista di Perugia

Secondo la procura di Spoleto, l’uomo si faceva pagare tra i 70 e i 100 euro

Si trova agli arresti domiciliari un collaboratore di una farmacia di Foligno, in provincia di Perugia (Umbria). È accusato dalla procura di Spoleto di aver certificato più volte false positività al Covid-19 a clienti e familiari, inviando una falsa documentazione alle autorità sanitarie. Il tutto aveva un costo, la procura parla di una somma tra i 70 e i 100 euro. L’obiettivo del falso referto era quello di rilasciare un Green pass a fine isolamento ai clienti non vaccinati. Sono sotto indagine altre nove persone. Al momento, gli altri dipendenti della farmacia risultano estranei ai fatti e stanno collaborando con le autorità. Le indagini erano iniziate a gennaio. «Condotte come quelle contestate agli indagati – hanno evidenziato i magistrati – non provocano solo l’accesso di persone non vaccinate e non immunizzate a luoghi riservati ai possessori di Green pass, ma anche l’alterazione dei dati statistici sulla base dei quali le autorità sanitarie stabiliscono la portata e la durata di misure restrittive della circolazione di tutti i cittadini». Sono in corso accertamenti per capire quali canali di comunicazione utilizzava il farmacista.


Scoperto un giro di Green pass falsi anche a Genova

Un’altra inchiesta – condotta dalla Digos della questura di Genova, di Aosta e della polizia postale – ha scoperto un giro di Green pass falsi, gestito da una banda di quattro persone. Due sono di Genova, due di Aosta, e hanno tra i 29 e i 51 anni. L’accusa è di «ricettazione, falsità materiale commessa dal privato in certificati o autorizzazioni amministrative, e uso di atto falso». Vendevano ogni Green pass a 250 euro, 50 di acconto per l’invio dei dati anagrafici e 200 una volta ricevuto il codice. La polizia si è accorta delle anomalie incrociando i dati dei Green pass con quelli dell’anagrafe vaccinale. Sono stati sequestrati tutti i dispositivi informatici della banda, così come le ricevute di pagamenti i Green pass incriminati.


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