Caso Petrocelli, Conte: «Anche i Cinque stelle pronti al passo indietro». Le mosse di Casellati per risolvere il caso entro pochi giorni

Il pentastellato Airola parla col leader e dice ok all’addio: servono undici lettere per azzerare la commissione. Per ora è arrivata solo quella di Casini

Entro la fine di questa settimana, al massimo la prossima. Presa la decisione di rimuovere Vito Petrocelli dalla presidenza della commissione Esteri, i gruppi parlamentari del Senato, e la stessa presidente Elisabetta Casellati, puntano a risolvere il problema in pochi giorni. A costo di creare un precedente che alcuni, soprattutto nel gruppo dei Cinque stelle, considerano rischioso. La scelta fatta ieri è stata quella di procedere con le dimissioni in massa dalla commissione Esteri. Una volta raggiunta la maggioranza dei componenti, 10+1, e dopo un passaggio dalla giunta per il Regolamento, la presidente Casellati procederà ad azzerare tutto per poi formare una nuova commissione, ovviamente senza Petrocelli, le cui posizioni vengono considerate troppo vicine al Cremlino. I tempi potrebbero essere rapidi: stamattina l’unica lettera effettivamente protocollata era quella di Pierferdinando Casini, gruppo Autonomie, ma hanno già annunciato l’invio tutti i dem, la Lega, Forza Italia e Urso per Fratelli d’Italia.


Già così, sulla carta, sono dodici, più che sufficienti per procedere. La linea del Movimento cinque stelle, che ha annunciato l’espulsione di Petrocelli ma lo vede ancora parte sia del partito sia del gruppo, almeno fino a stamattina sembrava incerta. Albero Airola, in particolare, aveva dichiarato di non aver ancora presentato le dimissioni perché temeva di creare un precedente e di offrire il fianco all’ «opportunismo degli altri partiti» (che in effetti non si sono ancora impegnati a garantire ai Cinque stelle la presidenza della nuova commissione). All’ora di pranzo, però, e dopo un colloquio con Conte ha annunciato di aver cambiato idea: «Dopo un colloquio molto cordiale co il presidente del Movimento, Giuseppe Conte, conscio della necessità di non indebolire un’azione politica che si ribadisce con forza contraria alla guerra e sostenitrice della via diplomatica per la pace, ho deciso di dimettermi definitivamente dalla commissione Esteri».


Giuseppe Conte, ha ripetuto anche oggi che considera fondamentale l’impegno del gruppo: «Tutti i senatori M5 si dimetteranno. Ho già assicurato che il M5s contribuirà a superare l’empasse in commissione». Anche su Airola, suo amico personale, aveva messo la mano sul fuoco. Una volta giunte le 11 lettere necessarie a procedere, Casellati ha già in programma di convocare la capigruppo e la giunta per il Regolamento (o una delle due) e firmare l’azzeramento della commissione Esteri. Secondo i tecnici potrebbero volerci due o tre giorni, forse qualcosa di più ma solo perché in questa settimana l’Aula non si riunisce e gli appuntamenti procedono più lentamente. A quel punto, anche se Petrocelli facesse ricorso alla Consulta, sarebbe difficile tornare indietro entro questa legislatura, salvo nuovi colpi di scena.

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