Caos Forza Italia, Tajani chiede a Gelmini un «supplemento di responsabilità». La ministra: «Responsabile sempre, ma con la schiena dritta»

Scontro anche con Matteo Salvini che ha attaccato la ministra dicendo che «prima di criticare Berlusconi dovrebbe contare fino a cinque». Ma l’azzurra non ci sta e replica: «FI, per il momento, non è il tuo partito»

«Caro Antonio, responsabile sempre, ma con la schiena dritta». È la sferzante risposta della ministra agli Affari regionali, Maria Stella Gelmini, al richiamo lanciato oggi dal coordinatore e vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, che ha richiesto all’esponente azzurra «un supplemento di responsabilità e buonsenso, in particolare a chi oggi guida la nostra delegazione al governo». Nei giorni scorsi Gelmini ha più volte attaccato i vertici del partito, sottolineando che «le ambiguità di Berlusconi su Putin sono un danno al Paese». E oggi, il vicepresidente di Forza Italia, in una nota in cui faceva implicito riferimento alla ministra per gli Affari regionali, ha spiegato che «una singola opinione non rappresenta una divisione, ma danneggia un’intera comunità umana e politica che proprio in questi giorni ha trovato entusiasmo ed un nuovo slancio attorno al proprio leader: i nostri elettori non ci chiedono polemica, ma impegni seri e quotidiani per risolvere i problemi dei cittadini». Ma la risposta tranchant di Gelmini ha innescato un’ulteriore risposta da parte di Tajani, che in un tweet ha replicato: «Schiena dritta? Al governo, il Parlamento e nelle piazze per rispettare la volontà dei cittadini e dei nostri elettori. Io sempre a viso aperto!».


Il botta e risposta tra Salvini e Gelmini

Ma la ministra Gelmini, quest’oggi, è stata protagonista di un botta e risposta anche con Salvini che, durante un intervento alla scuola di formazione politica della Lega, ha difeso Silvio Berlusconi dalle accuse di ambiguità sulla guerra russa in Ucraina, così come sulla sua posizione sull’invio di armi a Kiev. Accuse mosse nei giorni scorsi proprio dalla ministra forzista. «Prima di criticare Silvio Berlusconi qualcuno dovrebbe contare fino a cinque, perché con tutto quello che ha fatto nella vita Silvio Berlusconi è Silvio Berlusconi. A uno può piacere o meno, ma lascia traccia nella storia del nostro Paese», ha detto il leader leghista. E la ministra di Forza Italia non ha esitato a rispondere all’alleato del centrodestra: «Invito il segretario della Lega a rispettare il dibattito interno a un partito che, per il momento, non è il suo».


Le preoccupazioni di Gelmini

E Gelmini ha poi aggiunto: «Ho posto in Forza Italia un tema di linea politica. Una posizione che, comprendo bene, non è quella di Salvini, ma che riguarda la collocazione europeista e atlantista di Forza Italia. Un problema che evidentemente esiste visto che per due volte il partito è dovuto intervenire a chiarire, a prescindere da me». Le perplessità di Gelmini sono legate alla possibilità che Forza Italia insegua la linea della Lega, come spiegato in un’intervista al Corriere: «Mi sembra che in Forza Italia ci sia più la preoccupazione di non dispiacere Salvini che di essere in linea con i nostri partner dell’Ue e della Nato. La nostra posizione in politica estera non è quella della Lega. Salvini legittimamente ha la sua opinione, ma noi non possiamo rinunciare alla nostra identità e storia».

Lo scontro Gelmini – Ronzulli

I primi malcontenti sono iniziati a emergere la scorsa settimana a Sorrento, durante l’evento organizzato dalla ministra Mara Carfagna “Verso Sud”. Durante uno scambio tra Gelmini e Tajani, infatti, la ministra per gli Affari regionali si era detta preoccupata per “l’ascesa” all’interno di Forza Italia da parte della senatrice Licia Ronzulli che, a detta di Gelmini, come riportato da Il Foglio, «porterà allo sfascio il partito». La ministra azzurra, rivolgendosi a Tajani si era detta «stanca» della situazione e «dell’odio perpetrato nei suoi confronti, così come contro i suoi uomini». Nello sfogo Gelmini aveva anche tentato di spronare il coordinatore di Forza Italia: «Un giorno sarai costretto a decidere, Antonio, e arriverà il momento in cui sarai chiamato a salvare il partito».

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