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Massimo Ferrero torna libero, ma l’ex patron della Sampdoria va a processo per bancarotta fraudolenta

Massimo Ferrero
Massimo Ferrero
L'imprenditore è stato rinviato a giudizio con altre otto persone nell'inchiesta della procura di Paola sui fallimenti di diverse società del suo gruppo in Calabria

L’ex presidente della Sampdoria Massimo Ferrero dovrà affrontare il processo per l’inchiesta sul fallimento di alcune società del suo gruppo che avevano sede in Calabria. L’imprenditore, assieme ad altri otto indagati, è stato rinviato a giudizio dal gup del Tribunale di Paola dopo l’udienza preliminare di oggi 23 maggio. Ferrero intanto può tornare libero, dopo che il Gup ha deciso di revocare gli arresti domiciliari, accogliendo la richiesta degli avvocati dell’imprenditore. Notizia accolta in lacrime dall’imprenditore, che si trovava nella sua casa romana. Ferrero è accusato di bancarotta fraudolenta e diversi altri reati societari, di cui dovrà rispondere in aula in concorso con gli altri imputati. Su di lui il gup ha deciso di mantenere l’interdizione dall’attività imprenditoriale.

Gli indagati

Il processo con rito ordinario dovrebbe iniziare il prossimo 21 settembre e vede coinvolti anche la figlia di Ferrero, Vanessa, il nipote Giorgio e l’ex moglie Laura Sini. In aula dovranno comparire anche gli amministratori di alcune delle società fallite, Giovanni Fanelli, Aiello Del Gatto e Roberto Coppolone, e Cesare Fazioli e Paolo Carini.

L’inchiesta sui fallimenti in Calabria

L’inchiesta era partita dalle indagini della Guardia di Finanza di Cosenza, coordinata dalla procura di Paola, sul fallimento di quattro società nel settore turistico e cinematografico: Ellemme spa, Blu Cinematografica srl, Blu Line srl e Maestrale srl. I fallimenti erano stati dichiarati tra il 2017 e il 2020. Secondo gli inquirenti, era emersa una gestione a dir poco spericolata, articolata secondo l’accusa in una serie di scatole cinesi tutte sotto la regia di Ferrero. L’arresto per l’ex patron della Sampdoria era scattato il 6 dicembre 2021 a Milano, per poi ottenere i domiciliari il 23 dello stesso mese.

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